Presidente Corte Costituzionale a Cosenza: l’intervento del sindaco Perugini

Cosenza. Si riporta di seguito  il testo dell’intervento integrale del sindaco di Cosenza Salvatore Perugini alla manifestazione di apertura, al Teatro “Rendano”, delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, alla presenza del Presidente della Corte Costituzionale, professor Ugo De Siervo.

“Illustrissimo Signor Presidente,

ho l’onore, il privilegio e la responsabilità di porgere a Lei il saluto ed il benvenuto della nostra Città, della nostra Comunità Cosentina, della nostra Comunità Calabrese.

Saluto e benvenuto che porgo a tutte le Autorità: istituzionali, politiche, religiose, civili e militari; alle forze sociali, produttive e professionali, alle cittadine e ai cittadini presenti, al mondo della Scuola, così adeguatamente rappresentato da tanti giovani e docenti.

A Lei Signor Presidente il nostro ringraziamento per aver accolto l’invito ad essere qui, nel nostro Teatro “Alfonso Rendano”; Teatro di Tradizione, luogo della nostra cultura, della nostra identità, vanto della nostra Comunità.

La Sua presenza, Presidente, ci inorgoglisce e, mi permetto dire, rappresenta una testimonianza di condivisa e reciproca sensibilità.

Festeggiamo oggi, insieme, l’avvio delle celebrazioni del 150° Anniversario della Unità del Paese, partendo proprio dalla Carta Costituzionale.

Partendo dal nostro Statuto, mirabile sintesi normativa di visioni diverse, di tensioni ideali, di passioni politiche, di valori etici, sociali, civili che, ancora oggi, interpellano ed incrociano le nostre coscienze; le coscienze di cittadini liberi, autenticamente democratici, sempre grati ai Padri costituenti per il loro straordinario e lungimirante impegno. Non posso qui non evocare, tra gli altri, e i tanti, un uomo illustre di questa terra: Costantino Mortati. Insigne giurista, raffinato costituzionalista che ha anche svolto il delicato compito di Giudice delle leggi. Una Carta Costituzionale, la nostra, ricca di principi fondamentali, di diritti inviolabili della persona, di diritti di cittadinanza, di doveri, di sapienti norme ordinamentali di organizzazione dello Stato, di separazione dei poteri, di controllo democratico. Una Carta che esalta la autonomia e l’indipendenza della funzione giurisdizionale. Una Carta permeata dei valori di sovranità popolare, di uguaglianza, libertà, equità sociale, solidarietà; valori che tracciano e segnano il cammino di un Paese che ha lottato per la sua Unità; per l’Unità di un Paese che, in un ordinato e rispettoso svolgimento di compiti e funzioni, persegua, con tenacia, il bene supremo dell’interesse collettivo e della coesione sociale.

Signor Presidente, diciamocelo con franchezza: l’attuale fase per certi aspetti ci disorienta e ci preoccupa. Troppi conflitti istituzionali, troppe contrapposizioni e sovrapposizioni, troppe personalizzazioni, troppo individualismo. Troppa disgregazione e disarticolazione sociale. Poca discussione di contenuti sui temi veri dello sviluppo e della crescita del Paese. Molto poco frequentati, se non addirittura inesistenti, i luoghi della mediazione sociale, della elaborazione, del confronto e del dialogo politico, leale e rispettoso, anche se serrato.

Diciamocelo con franchezza, Signor Presidente, il Paese unito ha necessità di ripartire, deve riprendere il suo cammino di crescita non solo sul piano economico ma, ancor prima e ancor di più, sul delicato terreno della sua corretta tenuta democratica. La Festa di compleanno sarà tale se tutti insieme faremo prevalere sul pessimismo della ragione l’ottimismo della volontà e dell’impegno. Se tutti insieme riusciremo a rinnovare, per noi e i nostri giovani, la speranza in un mondo migliore. Se tutti insieme manifesteremo consapevolezza piena e libera per superare le attuali punte di acuta e visibile criticità. Da Sindaco di una Città del Sud, insieme a tanti colleghi qui presenti e che saluto, di quel Mezzogiorno del Paese che ha tanto contribuito al processo di unificazione, da Sindaco che crede nei principi di responsabilità, adeguatezza, differenziazione, solidarietà sociale, sussidiarietà, leale collaborazione, desidero, oggi più di ieri, ricordare l’articolo 5 della nostra Costituzione, inserito tra i principi fondamentali. “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”. Solo partendo da tale principio, che dovrà trovare concreta attuazione applicando le norme contenute nel Titolo V, si può puntare alla coesione sociale e al corretto funzionamento del sistema dei governi territoriali. Così, e solo così, si può e si deve tendere a realizzare importanti riforme strutturali, rifuggendo da spinte e demagogiche suggestioni o, ancor peggio, relegando la normazione ordinaria ad interventi non di sistema, che perdano di vista, minacciandola, l’Unità del Paese. In questo cammino, e con questa prospettiva di impegno e di speranza, nella quale fortemente crediamo, ci conforta e ci guida l’altissima funzione di custode e garante che caratterizza l’attività del nostro Presidente della Repubblica, On.le Gorgio Napolitano. In questo cammino ci accompagna il delicatissimo esercizio della funzione giurisdizionale di controllo delle leggi, che la Corte, da Lei autorevolmente presieduta, quotidianamente svolge, con assoluta autonomia, indipendenza, imparzialità di giudizio che a nessuno è dato diritto di mettere in discussione.

Grazie, Presidente, per essere qui, nella nostra Città.

Siamo pronti ad ascoltarLa.”

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