Strage del Quiiper. Questa mattina la prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, Bruno Finocchiaro Presidente, Gabriella Cappello a latere, ha rigettato la richiesta, formulata lo scorso 3 febbraio, di riapertura dell’istruttoria dibattimentale presentata dai legali di Giuseppe Panuccio. L’uomo è stato condannato in primo grado, con sentenza emessa dalla Corte d’assise il 10 agosto 2009, all’ergastolo con isolamento diurno per diciotto mesi, oltre al pagamento di una provvisionale di 280 mila euro a titolo di risarcimento delle parti civili per l’omicidio, avvenuto il 30 marzo 2008 nel supermercato “Quiiper”, del fratello Guido, della cognata Cinzia Teresa Richichi e della nipotina Olga, di soli 4 anni. La famiglia morì sotto una pioggia di piombo, Guido Panuccio e la Moglie cadettero sul colpo, la loro figlioletta Olga perse la vita qualche giorno dopo il ricovero in ospedale.
Nell’udienza precedente gli avvocati Armando Veneto e Paolo Tommasini avevano depositato un elaborato tecnico, composto da 100 pagine di cui 64 scritte dal professore Giuseppe Sartori, ordinario di Neuropsichiatria presso l’università di Padova, con lo scopo di far conferire ad un collegio di esperti l’incarico di un perizia psichiatrica per Giuseppe Panuccio. La Corte ha però deciso che non è necessario né riaprire l’istruttoria dibattimentale né rinnovare la perizia sull’imputato pera accertare le sue capacità di intendere e di volere perché tale tematica è stata già ampiamente dibattuta in primo grado attraverso la formazione di una prova molto articolata che si è arricchita anche dell’apporto di numerosi esperti in materia. Durante il processo dinnanzi alla Corte d’assise infatti sono state realizzate più consulenze, delle quali due nell’interesse dell’imputato, e una perizia d’ufficio. Su queste consulenze la difesa aveva mosso alcune obiezioni, ma la Corte ha replicato che, allo stato dei fatti, non c’è alcuna contraddizione che ne legittimi la rinnovazione perché l’esame è stato completo e quindi non è necessario che si acquisiscano ulteriori elementi di valutazioni relativi alla capacità di intendere e di volere di Giuseppe Panuccio. Gli avvocati difensori, sempre nell’udienza scorsa, avevano esibito la copia di una sentenza della Corte d’assise d’appello di Trieste, del marzo 2010, con la quale si riconosce validità ai nuovi metodi di indagine psichiatrica fondata sull’esame dell’encefalo e del Dna. Su questo punto la Corte d’Assise d’Appello si è espressa sostenendo che l’impiego di nuove basi scientifiche, volte ad integrare il metodo seguito precedentemente per la perizia, ossia le neuroscienze cognitive e la genetica comportamentale, pur essendo già conosciute e riscontrabili in numerose pubblicazioni scientifiche, sono comunque ancora ampiamente dibattute in seno alla stessa comunità medico-scientifica; la richiesta, formulata dalla difesa, d’impiegare inoltre, nell’osservazione psichiatrico-legale anche queste nuove metodologie avrebbe, ha precisato la Corte, solo un carattere puramente “esplorativo” e come tale inammissibile. La Corte d’assise d’appello ha aggiornato il processo all’udienza del 14 marzo.
Angela Panzera