Reggio Calabria. I Bronzi devono aspettare. L’annuncio questa mattina in Prefettura durante la conferenza stampa volta a rendere noto lo stadio degli interventi di restauro di Palazzo Piacentini, sede del Museo nazionale della Magna Grecia. Sono presenti tutti coloro che hanno collaborato in questi ultimi quindici mesi al progetto: sopraintendenti e funzionari dei beni culturali, progettisti e istituzioni politiche, ovvero il presidente della regione Scopelliti, il presidente della provincia Morabito e il sindaco Raffa.
Il prefetto Luigi Varratta spiega quanto sia importante per la nostra città il restauro del museo, e come questo presenti delle importanti novità non solo per gli interventi sull’edificio ma anche per quanto riguarda gli allestimenti. Scopelliti invece focalizza il suo discorso sulla necessità di una campagna di informazione (già messa in campo dalla regione) per rilanciare l’immagine del museo. Ponendosi un obiettivo, passare dai 110.000 visitatori annui a 1.000.000, record raggiunto nell’81. Secondo Morabito il museo è fondamentale per la crescita del territorio e del turismo, e la sua ristrutturazione può essere inserita nell’ambito dell’importante anniversario dell’Unità d’Italia. Secondo il presidente della provincia infatti tutte le istituzioni culturali devono operare per riaffermare il valore dell’Unità. Il sindaco Raffa si sofferma invece sull’abilità dell’impresa di costruzioni, la Cobar, che si sta dimostrando in grado di rispettare le scadenze contrattuali. I buoni risultati ottenuti sono infatti frutto di un’ottima coordinazione tra tutti i reparti che hanno partecipato al progetto, come ricorda il direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici Prosperetti. Ma come sarà il nuovo museo? Ecco che la parola passa ai sopraintendenti, tecnici e progettisti. Non ci saranno cambiamenti che riguarderanno solamente l’edificio, ma anche miglioramenti nell’allestimento museale. Oltre che nei sistemi antisismici. Palazzo Piacentini non sarà solo un contenitore, ma un qualcosa di dinamico che creerà degli spazi di socializzazione, di comunicazione, di scambio culturale. Ne è un esempio il cortile interno, ad opera dell’artista Alfredo Pirri, che verrà costruito chiudendo con una vetrata il cortile esterno e creando dunque uno spazio che diventerà una sorta di piazza, uno spazio di interscambio culturale.
L’allestimento dovrà consentire al visitatore di seguire passo dopo passo la costruzione della Magna Grecia, fino a focalizzarsi sulla città di Reggio. Il percorso partirà dal secondo piano, dove i reperti archeologici manifesteranno l’incontro tra gli Enotri e i Greci. Al primo piano verrà esplicato il concetto di polis, quindi ci saranno parecchi reperti cittadini con una particolare attenzione nei confronti dei santuari. L’ammezzato sarà dedicato alle necropoli dei Greci e al 4°secolo A.C. in cui si verificò l’arrivo delle popolazioni italiche. Al piano terra ci saranno i Bronzi, che godranno di una climatizzazione diversa, ad hoc, e di nuovi basamenti antisismici, realizzati con la collaborazione dell’Enea. Intorno ai Bronzi saranno dedicati due spazi: uno alla Reggio greca e uno alla Reggio romana.
Inoltre sorgeranno un bookshop, una biblioteca e una sala conferenze, aperte al pubblico, e al di sopra del terrazzo una caffetteria. Quando vedremo dunque il nuovo museo? La sopraintendente Bonomi non si sbilancia sulla data di riapertura, anzi sulle date, poiché dovrebbe trattarsi di un’apertura a fasi, ma assicura che i lavori stanno proseguendo bene e spera presto di poter fornire un calendario con le date.
Raffaele Putortì