Milano. Il presunto boss Paolo Martino, referente della cosca De Stefano, di Reggio Calabria, secondo quanto emerso nel corso delle indagini relative all’operazione “Redux-Caposaldo”, al termine della quale sono stati arrestati 35 soggetti, sospettati di essere appartenenti alle cosche della ‘ndrangheta operative in Lombardia, ha una sorella che fa la suora. Si tratta di Rosa Alba Maria Martino ed ha abbracciato l’ordine paolino. La donna, oltre al ruolo religioso, ricopre l’incarico di vice direttore sanitario dell’ospedale “Regina Apostolorum”, di Albano Laziale, in provincia di Roma. In una conversazione intercettata dagli investigatori, la suora avrebbe messo in allerta il fratello, Paolo, finito in manette stamattina, circa la possibilità che fosse tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine. L’uomo, peraltro, avverte il rischio di essere finito nel mirino degli inquirenti dopo che la sua automobile è stata manomessa e, preoccupandosi per l’eventuale sistemazione di microspie, chiede alla donna di contattare una “tua consorella”. Una richiesta che la suora esaudisce, tanto che nel corso di una telefonata successiva, riferisce al fratello di aver parlato con “quella persona e mi ha detto di stare attenta”. Il motivo di tanta apprensione è legato alla circostanza, appresa dalla suora, che “quel personaggio… che sta a cantà, sta a cantà”. Secondo quel che riporta il gip del Tribunale di Milano, Giuseppe Gennari, oggetto della conversazione tra Paolo e Rosa Alba Maria Martino, è Alberto Sarra, “politico di spicco dell’area reggina”. Il giudice per le indagini preliminari, Gennari, sottolinea che “è evidente come la condotta di suor Rosa sia pericolosamente vicino al favoreggiamento personale”, in quanto ”si rivolge al fratello con un linguaggio e una consapevolezza della situazione che francamente colpisce in una persona che ha votato la propria vita alla Fede”. Sulla base degli elementi di cui si dispone finora non è stato ”possibile identificare chi sia stata la ‘persona’ contattata da suor Rosa”. Si tratta, tuttavia, di uno scenario da cui si evince come la ”appartenenza ad un medesimo mondo, fatto di valori e regole profondamente radicate”, che sono proprie della ‘ndrangheta, ”sembra tagliare trasversalmente le vite, superando il ruolo sociale”. Suor Rosa è una suora, ma non cessa di essere la sorella del boss Paolo Martino”
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more