Reggio Calabria. “Siamo di fronte ad un paese intero che sta smottando. E’ necessaria una relazione geologica seria per comprendere effetti e cause e se queste ultime sono riconducibili a opere di edilizia fognaria piuttosto che a infiltrazioni d’acqua”. E’ questa la sensazione che il candidato sindaco Massimo Canale ha colto durante la nona tappa del Pulmino del Cambiamento che ha visto protagonista la zona di San Salvatore. Straordinaria la partecipazione dei cittadini e di tanti residenti che, complice la giornata di sole, si sono uniti al comitato in una vera e propria carovana lungo la frazione. Tante le lamentele dei cittadini, più preoccupati che arrabbiati. In effetti la zona vive in una condizione di dissesto idrogeologico. Le piogge e le conseguenti frane rischiano di trascinare a valle case, strade, piazze. I prodromi della catastrofe sono visibili a occhio nudo. Una piazzetta sulla via che porta al centro abitato sta scivolando verso il basso, a tal punto che la pavimentazione ora è in discesa. Una crepa attraversa orizzontalmente un abitazione di dirimpetto, segno che anch’essa rischia di essere trascinata via. San Salvatore è una località che può dare molto a Reggio. E’ un sito dall’enorme importanza storica: giace ai piedi di Motta Sant’Agata, un insediamento che ha attraversato la storia, in quanto abitato da greci, romani, bizantini e angioini. Il terremoto del 1783 l’ha raso al suolo, ma le rovine ne testimoniano la storia gloriosa: il forte era praticamente inespugnabile, amministrava una parte cospicua dell’attuale Comune di Reggio, i suoi governatori dialogavano con i sovrani più importanti dell’Europa. I resti di chiese, cripte, cisterne sono testimonianze di una comunità vivace e numerosa. A far da guida è Valeria Varà, laureanda in architettura con una tesi proprio su Motta Sant’Agata. San Salvatore e Motta Sant’Agata soffrono di una valorizzazione deficitaria. Solo gli sforzi di una Proloco volenterosa tengono in vita l’interesse per questi luoghi, i quali, se sfruttati a dovere, rappresenterebbero un’opportunità turistica di primo piano. A dare la cifra dell’abbandono da parte delle istituzioni è una piccola curiosità: “E’ da 228 anni che un politico non saliva sulla Motta” ci racconta Valeria Varà. Sono molti gli interventi da fare: in primis dovrebbe essere costruita una strada che colleghi efficacemente la città con il sito, inoltre dovrebbe essere inserita una segnaletica chiara e omogenea, sempre al fine di garantire una maggiore accessibilità. Allo stesso modo è essenziale realizzare una campagna di comunicazione che faccia conoscere le meraviglie della Motta. Meraviglie che sono anche paesaggistiche. L’insediamento è posto in alto su una collina e si propone come un vero e proprio balcone sullo Stretto. A completare la perfetta sintesi tra natura è storia ci sono dei bucolici praterelli sui quali, a fianco delle bellezze archeologiche, è possibile passare ore liete. Occasione, questa, colta al volo dal comitato che sostiene Massimo Canale, che ha improvvisato un pic-nic al sapore di impegno sociale e non solo.
Comitato Promotore “Per Massimo Canale Sindaco di Reggio Calabria”