di Raffaele Putortì
Reggio Calabria. Alice (Paola Cortellesi), trentacinque anni, è una romana di estrazione alto-borghese, un po’ altezzosa, un po’ con la puzza sotto il naso. Da un giorno all’altro, dopo la morte del marito, finisce sul lastrico e rischia di perdere la custodia del figlio. Senza soldi, senza una casa, senza un lavoro e con un grossissimo debito da saldare, si deve allora rimboccare le maniche. Ma questi, si sa, sono tempi duri e non è facile per nessuno. E non è facile al Quarticciolo, quartiere popolare in cui va a vivere. Finisce per fare ciò che non credeva avrebbe mai fatto in vita sua: la prostituta. Non ci sono alternative, bisogna pur campare.
Ma forse non tutto il male viene per nuocere nella nuova vita di Alice e nel suo nuovo quartiere. Quella che incontra è un’umanità in crisi, a volte disperata e disgraziata, ma proprio per questo con tanta vitalità, voglia di superare le difficoltà e parecchia solidarietà. Tra poveracci ci si viene incontro. La prostituta Fabiana, in arte Eva, diventa sua maestra di vita e le insegna il mestiere, inizialmente molto difficile per Alice, Lionello (Rocco Papaleo) è un borgataro razzista e qualunquista, ma quando si tratta di dare una mano a qualcuno non si tira indietro, e soprattutto non si tira indietro Giulio (Raoul Bova), gestore di un call center, centro nevralgico del quartiere, una vera e propria agorà dei tempi moderni, frequentato soprattutto da immigrati, spesso insolventi. E il generoso e grazioso Giulio ha un debole per Alice e se son rose fioriranno…
Gente che si arrabatta dunque, che va avanti come può, ma non è il caso di giudicare, il titolo parla chiaro, quando si è alle strette ed è necessario far la prostituta per vivere o a inventare una scusa al giorno per non pagare dei servizi, il film invita a sospendere ogni giudizio morale.
E Massimiliano Bruno, regista del film, alla sua opera prima, come si può giudicare? Bruno, già sceneggiatore di successo per il cinema e la fiction televisiva, non convince proprio pienamente, poiché il film risulta un ibrido tra la commedia intimista e la commedia impegnata, ma non porta fino in fondo nessuno dei due filoni. Il dramma umano dei personaggi è affrontato un po’ troppo superficialmente e la disamina sociale, politica e culturale dell’Italia odierna tende ad esemplificare delle dinamiche in realtà molto più complesse.
Rimangono però la bravura degli attori, alcune battute di un umorismo sferzante e mai banale, e la capacità di commuovere. Anche se pur facendo ricorso ai soliti, a volte abusati, cliché della commedia, ma che ci vogliamo fare, nel bene o nel male siamo italiani.
Cinema Multisala Lumière: ore 18:30 – 20:30 – 22:30