San Luca (Reggio Calabria). La moglie di Giuseppe Nirta, Aurelia Strangio, ha pubblicamente esternato la propria preoccupazione per lo stato di salute del marito. Tratto in arresto in Olanda nel 2009 perché considerato tra i sicari entrati in azione la sera di Ferragosto a Duisburg per compiere la carneficina in cui furono trucidate sei persone, Nirta è sottoposto al regime del 41 bis all’interno del carcere dell’Aquila. L’uomo, accusato di essere coinvolto nella faida di San Luca, secondo quanto riferisce la moglie, “E’ gravemente ammalato. Da un anno è ridotto a non mangiare più cibo e ad assumere solo liquidi. Malgrado questo continua ad avere forti dolori che lo costringono a stare a letto con sofferenze atroci, nausea e continue perdite di sangue. Ho scritto anche al direttore del carcere e mi ha risposto che hanno fatto tutti i passi necessari, compresa la richiesta di ricovero, che però fino ad oggi non è avvenuto. Aiutatemi ad evitare un’altra morte in carcere. Aiutatemi a fare valere la legge anche per i detenuti per problemi di salute affinché, come si è sempre detto, possano essere curati in strutture adeguate. Ha bisogno di controlli e di essere curato in una struttura adeguata. E’ sofferente da due anni e dai pochi accertamenti cui è stato sottoposto in carcere non è stata trovata la causa dei suoi malori.
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