Reggio Calabria. L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sta esaminando un’istanza presentata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avente ad oggetto la sospensione dalla partecipazione alle gare d’appalto degli imprenditori lombardi Antonio e Gianfranco Dimo, sospettati di aver versato 20 mila euro al mese al clan Tegano, di Reggio Calabria. L’estorsione sarebbe legata alla gestione degli appalti relativi alla pulizia dei treni. A rendere nota la richiesta formulata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone e dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo è l’edizione odierna del “Corriere della Sera”. Antonio e Gianfranco Dimo, tra loro padre e figlio, sono proprietari, l’uno, del “Consorzio Kalos”, l’altro della cooperativa “New Labor” e sarebbero i primi in Italia ad essere esclusi dalle gare d’appalto per non aver denunciato gli autori delle estorsioni subite. La disposizione rientra nel “Pacchetto sicurezza” varato dal Governo due anni fa.
La Dda di Reggio ha chiesto la sospensione di due imprenditori lombardi
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By nim
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