Agguato mafioso per uccidere Carmelo Morena

Reggio Calabria. Un agguato in perfetto stile mafioso. Due killer sono entrati nel bar “Mina”, all’angolo tra viale Amendola e via Cardinale Portanova, dove Carmelo Morena, 64enne titolare di un negozio di vernici poco distante in via Mattia Preti, di buon’ora alle 5,30 di questa mattina era entrato dopo aver parcheggiato di fronte la sua Nissan Micra di colore grigio chiaro metallizzato. Giusto il tempo di ordinare un caffè e i killer lo hanno freddato, centrandolo alla testa. In tutto i carabinieri del Servizio investigazioni scientifiche hanno repertato sette bossoli e due ogive. L’autopsia, disposta dal pm Giuseppe Lombardo, chiarirà quanti colpi sono andati a segno, pare che l’uomo sia rimasto colpito anche a una spalla e a un braccio, ma di certo il colpo mortale è stato quello alla testa. Il gestore del bar, l’unico che al momento dell’agguato si trovava insieme alla vittima, si è sentito male per lo choc. Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo investigativo, diretto dal maggiore Gianluca Vitaliano, che hanno avviato le indagini sull’omicidio. Dalle telecamere di videosorveglianza di un negozio adiacente, i militari sono riusciti solo a distinguere le gambe dei due killer, ma nessun altro particolare sul loro volto. I carabinieri, che stanno sentendo i parenti,  ritengono che le modalità di esecuzione dell’agguato indichino chiaramente una matrice mafiosa.
Carmelo Morena era rimasto coinvolto  quasi dieci anni fa nell’inchiesta Sanitopoli, qualche anno più tardi  nell’operazione Eremo 2005, condotta dalla Squadra Mobile contro la cosca Audino. Indagato a piede libero, era ritenuto “accoscato” seppure non con un ruolo di primo piano nella consorteria criminale, era stato poi assolto. Un anno dopo invece le manette erano scattate, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, nell’ambito dell’operazione Vertice, condotta dal Ros dei Carabinieri contro i fiancheggiatori di Pasquale Condello, il boss catturato dagli stessi Carabinieri. Anche in questo secondo processo Morena era andato assolto. La sua “condanna”, però, è stata scritta da un altro Tribunale, che non concede appello.

Fabio Papalia
(photo Asa)


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