Reggio Calabria. Si riporta di seguito il testo di una nota diffusa da Antonio Larosa, segretario provinciale di Rifondazione comunista, in merito agli esiti dell’operazione “Archi” condotta oggi dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria.
“L’operazione “Archi” – effettuata dalla Squadra Mobile della Questura reggina – è un’operazione di grande importanza, che arricchisce la conoscenza sull’organizzazione delle consorterie mafiose e conferma lo strapotere della ‘ndrangheta e delle sue famiglie storiche sulla città di Reggio Calabria. Agli investigatori rivolgiamo, di conseguenza, il nostro sincero messaggio di gratitudine per l’ennesimo colpo inferto alla criminalità mafiosa reggina. Inquieta, in maniera davvero pesante, il fermo giudiziario di Rechichi, direttore operativo e socio privato della Multiservizi Spa – una delle più importanti società partecipate del Comune di Reggio Calabria. Il fermo, oltre a gettare ombre pesantissime sulla vita amministrativa di Reggio Calabria, sembrerebbe confermare le dichiarazioni di alcuni pentiti di ‘ndrangheta, dichiarazioni che indicherebbero in Rechichi un uomo di assoluta fiducia delle potentissime cosche di Archi e della famiglia Tegano in particolare. Si tratta dell’ennesimo intreccio fra criminalità organizzata e attività amministrativo-gestionale di Palazzo San Giorgio, una vicenda imbarazzante che cozza una volta ancora con la propaganda del cosidetto “Modello Reggio”. Negli ultimi anni, sotto la guida di Scopelliti e di Raffa, il Comune di Reggio Calabria ha conosciuto una pagina a dir poco buia sul fronte della legalità, della trasparenza, dell’antimafia. E le società partecipate, costose ed inefficaci al tempo stesso, sono state parte di un perverso grumo di potere, fatto di clientele politiche, di rapporti ambigui, di dinamiche oligarchiche. O almeno, questo ci indicherebbero le varie inchieste giudiziarie cui abbiamo assistito nell’ultimo periodo. Per questo, la presa di distanza di Raffa – per quanto doverosa e puntuale dinanzi all’arresto di Rechichi – appare un’ipocrita operazione di autotutela, un tentativo di camuffare le proprie responsabilità politiche. Se le notizie offerteci dalle inchieste giudiziarie fossero confermate, Raffa (al pari di Scopelliti, naturalmente) dovrebbe semplicemente chiedere scusa alla cittadinanza reggina per non aver saputo vigilare sui soci del Comune e per non aver posto un argine efficace alle infiltrazioni mafiose presso le società partecipate. Il resto, a partire dalle dichiarazioni di Raffa sulle azioni intraprese per la manutenzione del territorio e per “l’assunzione di forti e radicali iniziative volte a sgombrare qualsiasi dubbio su presunti intrecci tra il Comune di Reggio e l’economia mafiosa”, appaiono soltanto fumose riflessioni di rito. Chiediamo a Raffa: dove sarebbe il miglioramento della manutenzione del territorio da parte della Multiservizi Spa? Dove sarebbero le azioni contro l’economia mafiosa? Dove sarebbe la delimitazione netta fra soci privati inquinati dalla ‘ndrangheta e la società partecipata dal Comune? Massimo Canale, il candidato sindaco voluto dal popolo di centrosinistra della città reggina, ha posto le società partecipate e la legalità al centro del proprio percorso programmatico. Speriamo che Giuseppe Raffa, al netto di queste inquietanti vicende del comune da lui retto, possa fare altrettanto nella sua corsa (speriamo non vincente) verso la Presidenza della Provincia”.