Ancora gravissima la tredicenne massacrata a pietrate dal fidanzatino

testo e foto di Pino D’Amico
Reggio Calabria. Ha le ”orbite sfondate che hanno provocato un vasto ematoma intracranico e la mutilazione dei padiglioni auricolari” la tredicenne colpita alla testa con una pietra dal fidanzato diciassettenne. E’ quanto si è appreso nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti dove la ragazzina è ricoverata in stato di coma. Le sue condizioni sono definite gravi ma stabili. Nella sala d’attesa del reparto, il padre ed altri familiari aspettano silenziosi di avere notizie sulle condizioni della ragazzina. Qualcuno invoca la grazia divina, mentre dietro la porta blindata che li separa dalla loro congiunta, quell’esile organismo sta combattendo una battaglia decisiva per la vita. Le due famiglie si conoscevano da tempo e, dai primi accertamenti, pare che non vi fossero mai stati problemi. Un ragazzo ”problematico”, invece, è quello che si è consegnato agli investigatori della Squadra mobile, diretta da Renato Cortese, che hanno arrestato il diciassettenne ed associato presso il Centro di prima accoglienza di via Marsala. Il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine per piccoli reati, ha trascorso alcuni periodi in alcune comunità. Tramite una di queste comunità, il ragazzo aveva ottenuto anche un contratto alla Fiat come apprendista. Attualmente vive con la famiglia. Anche il padre è noto alla polizia, anche lui per piccoli fatti. Intanto i detective della Sezione omicidi, coordinati dal commissario capo Gianluca Rapisarda, hanno chiarito le fasi dell’intera vicenda.
Alla base della violenta aggressione vi sarebbe stata una lite per motivi sentimentali. I due fidanzatini, giunti a bordo di uno scooter il località Cartiera, lungo la Gallico-Gambarie, si sono appartati nelle adiacenze dell’antico mulino ad acqua. Ad un certo punto si è scatenata la lite. Il giovane ha prima colpito con una pietra la ragazzina e, poi, le ha letteralmente catapultato addosso una lastra di pietra che copriva la condotta idrica dell’antica struttura. A questo punto, il ragazzo si è allontanato ed ha avvertito un parente che nei pressi del mulino vi era una ragazza ferita. Dato l’allarme sul posto sono immediatamente giunti alcuni parenti, gli agenti Polizia Provinciale e della Squadra Volante, rispettivamente dirette da Domenico Crupi e dal vice questore aggiunto Fabio Catalano. E’ scattata così una vasta caccia all’uomo che ha impegnato il personale della Polstato, supportato dall’alto da un elicottero del V Reparto volo, fatto decollare dalla base di Ravagnese. Intanto il fuggitivo si è tenuto in contatto telefonico con un parente. Quest’ultimo, nella tarda serata e dopo vari tentativi, lo ha convinto e il giovane, riparato in un casolare della frazione Gallico Superiore, si è consegnato al dirigente della Squadra omicidi dottor Gianluca Rapisarda. Portato in Questura è stato interrogato per tutta la notte ed alla fine è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

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