Reggio Calabria. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha scarcerato Antonio Pelle, classe ’62, soprannominato “la mamma” o anche “U Vancheddu”, ritenuto il capo della cosca Pelle-Vottari di San Luca, e l’ha sottoposto al regime degli arresti domiciliari in seguito alle sue precarie condizioni di salute. Pelle si trovava recluso presso la Casa Circondariale di Torino in quanto condannato in primo grado il 19 marzo del 2009, dal Gup reggino Francesco Petrone, alla pena di 13 anni di carcere con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso nell’ambito del processo, svoltosi con il rito abbreviato, nato all’indomani dell’operazione “Fehida”, condotta dalle forze dell’ordine contro le famiglie protagoniste della faida di San Luca.
Per lui il processo d’appello però non è mai iniziato, in quanto la Corte – stralciata la posizione – su richiesta della difesa aveva disposto un accertamento peritale volto a verificare se le sue condizioni di salute gli consentissero o meno di partecipare consapevolmente al processo; l’esito dell’accertamento ha poi fatto sospendere, nel settembre 2010, il processo. Decorsi i sei mesi di sospensione del processo, il perito ha nuovamente visitato Antonio Pelle, accertando un peggioramento delle condizioni di salute tale che, questa volta appariva incompatibile la protrazione dello stato di detenzione. Su istanza della difesa, rappresentata dagli avvocati Giulia Dieni ed Adriana Bartolo, la Corte ha concesso quindi ieri gli arresti domiciliari alla “mamma”.
Angela Panzera