Reggio Calabria. La Reggio che vogliamo è una città inclusiva che propone la reciprocità del rispetto come base del rapporto umano. E’ l’Articolo 3 della nostra Costituzione a sancire i concetti di uguaglianza formale e sostanziale che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini. Troppo spesso questi concetti vengono traditi, troppo spesso le persone portatrici di disabilità vengono lasciate sole, marginalizzate e dimenticate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che la disabilità ha carattere di casualità e di imprevedibilità, può toccare ciascuno di noi in qualsiasi momento ed è riconosciuta come tale anche quando è temporanea. Per tale ragione è necessario progettare e costruire opere fruibili indistintamente da chiunque, invertendo il concetto di “eccezionalità” a favore di particolari gruppi di persone con disabilità. Proprio la Convenzione ONU del 2006 sui Diritti delle Persone con Disabilità, all’art. 2, illustra il concetto di Progettazione Universale (Universal Design) come: “La progettazione di prodotti, strutture, programmi, e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari”. Se venissero applicati questi punti di riferimento nel progettare, essi diventerebbero una naturale determinazione e non più l’effetto di imposizioni normative; si avrebbe inoltre una convenienza economica, poiché i bilanci non risentirebbero dei costi successivi per l’adeguamento o l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia, lo spazio ad uso pubblico, anche nella nostra città, non è accessibile a tutti: le persone non in possesso di una completa capacità motoria o sensoriale incontrano continui ostacoli fisici, naturali o dell’ambiente costruito, molti dei quali determinati appunto da superficialità generale o disattenzioni progettuali. I tentativi finora elaborati si sono rivelati limitati, disordinati e inadeguati nel dare risposte efficienti ed organiche all’abbattimento delle “barriere”, architettoniche e non solo. Vi è dunque anche una mancanza culturale nel non pensare, progettare, attuare una città accessibile a tutti. L’istituzione del disability manager, per ora discrezionale, ma presto obbligatoria nei Comuni con più di 50.000 abitanti, consentirebbe la promozione e realizzazione di iniziative utili a migliorare la qualità di un servizio in ogni suo aspetto con un’attenzione specifica alle esigenze delle persone con disabilità. Il disability manager è, infatti, un responsabile chiamato a esercitare un’azione di controllo sulle politiche della disabilità portate avanti dall’Amministrazione Comunale, un esperto incaricato di rendere la città accessibile: dall’urbanistica all’architettura, ai lavori pubblici, dai trasporti locali alle scuole, all’informatica. Un esperto a costo zero: è previsto, appunto, che l’Amministrazione lo individui fra le proprie risorse umane interne e lo formi per tale importante compito. La disabilità è un concetto soggettivo che varia in relazione all’ambiente: dunque, se nell’ambiente ci sono meno ostacoli, la disabilità diverrà meno impattante sulla vita delle persone. La futura Amministrazione Comunale dovrà far si che tutti i cittadini, a Reggio Calabria, non abbiano difficoltà negli spostamenti in modo da poter vivere e godere appieno della città. Vogliamo una città, in cui siano garantiti percorsi pedonali protetti, in cui gli edifici pubblici siano dotati di rampe di accesso e ascensori, in cui gli istituti scolastici possano usufruire di ingressi liberi, con accessi ai cortili interni per le auto degli accompagnatori e più parcheggi riservati . E’ necessario procedere a interventi a vantaggio delle persone non vedenti e ipovedenti; ad esempio rivisitando il sistema semaforico con l’utilizzo di pulsanti identificabili attraverso segni in braille e attraverso emissioni sonore che indicano la direzione; attrezzando inoltre la nostra città con la segnaletica per consentire piena autonomia per gli spostamenti in luoghi pubblici senza l’ausilio di assistenza. Medesima attenzione deve essere rivolta al verde pubblico e rendere accessibile le poche aree presenti in città: un esempio potrebbe essere quello di predisporre all’interno della Villa Comunale il Parco dei Sensi, ovvero uno spazio pensato per la disabilità non solo motoria, ma anche sensoriale e cognitiva. Un percorso pensato per stimolare i cinque sensi e scoprire un modo nuovo di interagire con la natura. Tale esperienza rappresenterebbe un modo di far “vivere” il giardino pubblico a tutti indistintamente, ciascuno in maniera diversa. Anche gli spazi sportivi e ricreativi devono garantire piena accessibilità e funzionalità. Immaginiamo Reggio Calabria città del turismo accessibile: la scelta di una vacanza deve essere determinata in relazione all’interesse che il luogo suscita e non limitarla alla tipologia dell’accoglienza che questo può dare. Consentire a tutti di valutare l’accessibilità di luoghi e di strutture basandola sulle proprie necessità soggettive, è fondamentale per permettere una normale vita di relazioni. I luoghi e le strutture devono essere “descritti” e “misurati”, e non solamente menzionati con una vaga indicazione di accessibilità. Le guide turistiche devono essere più complete possibili, segnalando ad es. la presenza di parcheggi riservati, la tipologia di ingresso e di pavimentazione presente, eventuali barriere architettoniche, la presenza e le misure dei bagni. In questo modo si potrà sapere con facilità se visitare autonomamente un luogo ed essere in grado di vivere la vacanza in totale serenità. Particolare attenzione dovrà essere riservata al portale informatico dell’Ente rendendo semplici le modalità di accesso ai servizi online e procedure più snelle per il disbrigo delle pratiche; dare diffusione nella maniera più estesa possibile a testi di interesse e legislazione relativi ai diritti dei disabili con la pubblicazione sul portale. Anche la promozione di azioni per rafforzare la cultura della sensibilizzazione verso la disabilità e l’assistenza per l’integrazione scolastica dell’individuo rappresentano elementi immancabili su cui ogni Amministrazione dovrebbe puntare per realizzare una piena integrazione sociale. Bisogna mettere al centro delle azioni la persona nella sua integrità in un contesto di servizi che la accompagnino nelle diverse fasi della vita, dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta al distacco dai genitori per arrivare all’autonomia e all’indipendenza delle persone con disabilità. Tuttavia vi sono situazioni in cui la dipendenza è inevitabile. In questi casi la maggiore preoccupazione di familiari e parenti e pensare al “dopo”, a quando il disabile è adulto magari con genitori anziani e non più in grado di prendersene cura. Per questo dovrà essere preoccupazione dell’Amministrazione Comunale impegnarsi nello studio e nella realizzazione di proposte adeguate per definire un progetto globale di vita attraverso sinergie tra famiglia, ente pubblico e privato sociale. Sarebbe forse la risposta adeguata a questo problema, in una situazione di politiche sociali del tutto carenti da questo punto di vista. Ciò che abbiamo in mente non è una città “stra-ordinaria”, vogliamo una Reggio solidale, che abbraccia, che si fa carico delle emergenze sociali, dove ogni cittadino, qualunque sia la sua condizione, trovi uno spazio adeguato alle proprie necessità, che consenta a tutte e tutti di vivere normalmente, con servizi adeguati ed efficienti, riconoscendo ciò che sono i diritti e i doveri dei cittadini e, seguendo il monito della nostra Costituzione, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la libertà e l’uguaglianza.
Comitato promotore per Massimo Canale Sindaco di Reggio Calabria