Reggio Calabria. Il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, Domenico Santoro, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Santo Crucitti e Mario Salvatore Chilà, entrambi sottoposti, lunedì scorso, a provvedimento di fermo recante la firma dei sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia Marco Colamonici, Giuseppe Lombardo e Beatrice Ronchi.
Durante l’udienza di convalida del fermo, che l’ha visto finire in manette con l’accusa di essere al vertice della cosca operante nel quartiere di Condera- Pietrastorta, Santo Crucitti si è difeso in modo netto respingendo qualsiasi accusa mossa nei suoi confronti. Chilà invece, è accusato di essere “il braccio destro” del presunto capo-locale Crucitti.
Su entrambi pesano le dichiarazioni dei pentiti Antonino Fiume, Giovanbattista Fracapane, Antonino Gullì e Paolo Iannò, i quali hanno indicato Santo Crucitti come il boss del quartiere alla periferia di Reggio Calabria, congiuntamente a quanto dichiarato dai neo collaboratori Nino Logiudice, boss dell’omonima cosca, e Roberto Moio, nipote dell’ex super latitante Giovanni Tegano. Sia Logiudice che Moio hanno confermato ai magistrati l’attuale esistenza del “locale” di Condera-Pietrastorta, il controllo esercitato dalla cosca Crucitti, la supremazia di Santo Crucitti e il ruolo di braccio destro svolto da Mario Chilà.
Angela Panzera