Reggio Calabria. Random music club, terzo della serie d’incontri organizzati dall’Arci di Reggio Calabria nel circolo di Via Possidonea. Il primo verteva sulla cultura araba e in particolar modo sull’Egitto e sull’utilizzo dei social network come facebook, utilissimi per ribellarsi al pluridecennale governo di Mubarak. Il secondo, che aveva visto l’intervento del professor Nino Romeo, riguardava l’Unità d’Italia, suscitando il dubbio che l’unità formalmente raggiunta centocinquanta anni fa non abbia mai portato a un unire veramente il popolo italiano, che è rimasto diviso, con un divide economico tra nord e sud incolmabile.
Ed ecco quindi il tema del terzo incontro: memorie ed espressione della questione meridionale. Interviene il professor Cesare Pitto, ordinario di Antropologia culturale dell’Unical, e ricorda come la questione meridionale sia essenzialmente una storia di sfruttamento, un percorso fatto di sofferenza, legato inevitabilmente ai problemi dell’agricoltura, alla crisi del latifondo e alla massiccia emigrazione verso altri Paesi.
E un’espressione di questo sud abbandonato, che si affida da secoli alla religiosità, alla fede in un qualcosa di superiore, la troviamo nel documentario “Forte più del mare”, diretto da Emiliano Barbucci, documentarista Unical e Nicola Labate. Ogni anno, l’8 dicembre, tutta la comunità di Nicotera Marina festeggia la Madonna Immacolata. La statua della Madonna esce dalla chiesa e viene portata a spalla dai contadini fino al lungomare. Lì è attesa dai pescatori, scalzi, che a loro volta la prendono sulle loro spalle e la portano fino in mare. Perché è proprio dal mare che nel lontano 1820 la statua della Madonna Immacolata si manifestò per la prima volta agli abitanti di Nicotera Marina. A seguito del naufragio di una nave fu avvistata in mare una cassa e questa conteneva appunto l’effigie. Da quel giorno, mostra il documentario, la Madonna viene osannata da tutta la comunità, alcuni immigrati tornano al paese, magari proveniente da altri continenti, per omaggiare l’Immacolata. E anche qui siamo nel fulcro della questione meridionale, pescatori, contadini, gente emigrata all’estero, molto probabilmente operai, che si uniscono nell’atto della donazione, e danno quel poco che hanno alla Madonna. In cui la fede è fortissima, più del mare in tempesta, come lo dimostra un episodio di qualche anno fa, un 8 dicembre in cui il mare era particolarmente burrascoso e i pescatori si assunsero comunque il rischio di portare la statua in mare.
La discussione poi al Random è proseguita con immagini e letture in testimonianza di un evento topico delle lotte contadine del nostro sud: l’eccidio di Melissa. Nel 1949, i contadini di Melissa, in provincia di Crotone, occuparono delle terre incolte in contrada Fragalà. Fu chiamata la polizia che cercò di allontanare i braccianti, ma non riuscendoci si passò ai tafferugli, in cui persero la vita tre contadini. È poi la volta della performance poetica della professoressa Eugenia Serafini, docente di Disegno presso l’Unical e poeta e di Mamma-zì, l’avimu patuta…performance poetica per i caduti dell’eccidio di Melissa.
Raffaele Putortì