Roma. Il ministero dell’Interno si costituisce parte civile nel processo che vede sul banco degli imputati decine di presunti appartenenti al clan Pesce, di Rosarno. Sarà Giancarlo Trevisone, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, a formalizzare nella giornata di domani la decisione assunta dal Viminale e relativa al dibattimento in cui i presunti affiliati alla cosca di Rosarno sono imputati di svariati reati, tra cui estorsione, narcotraffico e riciclaggio. Alfredo Mantovano, sottosegretario del ministero dell’Interno, ha reso note le motivazioni della scelta compiuta sottolineando che: “L’atto assume rilievo alla luce della pericolosità del clan, operante nell’area di Rosarno, con ramificazioni nel Nord Italia e proteso a estendere i propri interessi criminali all’estero. Ciò si pone in linea di continuità con le costituzioni di parte civile del Viminale avvenute a Palermo, Napoli, Ercolano, Santa Maria Capua Vetere, e con l’ultimo precedente, sempre a Reggio Calabria il 4 aprile scorso, del procedimento a carico di oltre 85 imputati fra i quali imprenditori, pubblici amministratori e funzionari comunali accusati di associazione mafiosa. L’iniziativa del Governo testimonia la volontà delle istituzioni di continuare ad affiancare in concreto le vittime di reati di tipo mafioso, perché la lotta alle organizzazioni criminali vada oltre i pur importanti arresti e l’aggressione dei beni di provenienza illecita”.