Cosenza. Chiude domani la retrospettiva-tributo a Mario Monicelli

Cosenza. Ultimo atto, giovedì 21 aprile, della retrospettiva-tributo che l’Amministrazione comunale di Cosenza, con il sostegno della Fondazione Bonino-Pulejo, ha dedicato al regista toscano Mario Monicelli, padre riconosciuto della commedia all’italiana. Il programma dell’ultima giornata di proiezioni prevede, con inizio alle ore 18,00, alla Casa delle Culture, un doppio appuntamento: prima la proiezione di “Renzo e Luciana”, episodio di “Boccaccio ‘70”, del 1962, e, subito dopo, quella di “Romanzo Popolare”, del 1974, interpretato da Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Michele Placido che il 26 marzo scorso presenziò alla serata inaugurale dell’omaggio a Monicelli, al Cinema Italia-Tieri, insieme a Margherita Buy. L’episodio di “Boccaccio ‘70”, “Renzo e Luciana”, con Marisa Solinas, Germano Giglioli e attori non professionisti, ha un riferimento manzoniano già dal titolo, che ha per tema un matrimonio che “non s’ha da fare”, e racconta la storia di una coppia che lavora nella stessa fabbrica, ma che è costretta a tenere nascosto il matrimonio a causa di una clausola del contratto di lavoro che vietava alle donne dipendenti di sposarsi, pena il licenziamento. L’episodio non ebbe buona sorte al Festival di Cannes dove gli altri tre episodi che componevano “Boccaccio ‘70” furono regolarmente proiettati, mentre “Renzo e Lucia” venne tagliato dalla serata ufficiale di presentazione. Ne seguì una coda giudiziaria a colpi di avvocati e carta bollata scaturita dalla delusione di un Monicelli molto contrariato. Eppure l’episodio monicelliano era tratto dal racconto di Italo Calvino “L’avventura di due sposi” ed era sceneggiato, oltre che da Monicelli, da Giovanni Arpino e dallo stesso Calvino. Il secondo film in programma alla Casa delle Culture nell’ultimo appuntamento dell’omaggio a Monicelli è “Romanzo Popolare”, del 1974, sceneggiato dal regista toscano e dai suoi sodali Age e Scarpelli. La scena si svolge a Milano dove l’attempato operaio Giulio Blasetti (Ugo Tognazzi) sposa la figlioccia Vincenzina Rotunno (Ornella Muti), battezzata 17 anni prima. Un mènage apparentemente tranquillo viene messo in discussione dall’arrivo, in casa Blasetti, di un questurino, il meridionale Giovanni Pizzullo (Michele Placido) che pretende di essere risarcito perché ferito durante una manifestazione organizzata in fabbrica dall’operaio. Vincenzina, dapprima riluttante, accetta poi la corte del questurino, durante l’assenza del marito. Con “Romanzo Popolare” Monicelli vinse nel 1975 il David di Donatello. I dialoghi del film furono scritti da Enzo Jannacci (autore delle musiche e della celebre canzone “Vincenzina e la fabbrica”) e dal compianto giornalista sportivo Beppe Viola. Il film era stato in un primo momento scritto per Nino Manfredi che dopo aver letto il copione, lo rifiutò suscitando anche il risentimento di Monicelli che per tutta risposta fece rimaneggiare la sceneggiatura e affidò il ruolo del protagonista ad Ugo Tognazzi, spostando l’ambientazione da Roma a Milano. Non privo di spunti comici, “Romanzo Popolare”, ha molti accenti drammatici, incarnando una delle cifre di riconoscibilità di tutta la commedia all’italiana e del cinema di Monicelli in particolare e cioè che “la vera comicità è sempre tragica”.

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