Reggio Calabria. “La banalità del male, A cinquanta anni dal processo Eichmann” è il tema della conferenza promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos che il professor Antonino Romeo, studioso della Shoah, terrà martedì 3 maggio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso. Al centro della conversazione dello studioso reggino il processo che tra il 1961 e il 1962 si svolse in Israele a carico di Karl Adolf Eichmann che, col grado di SS-Obersturmbannfuher, organizzò il traffico ferroviario che trasportava gli ebrei nei diversi campi di concentramento in Germania e nei territori occupati. Sfuggito al processo di Norimberga si rifugiò in Argentina dove venne trovato e portato in Israele dove fu processato e condannato a morte. Eichmann era un criminale di guerra ed uno dei responsabili della sorte del popolo ebreo. Durante il processo assunse comunque un tono dimesso offrendo di sé un’immagine poco appariscente. Si difese sostenendo che aveva avuto “la responsabilità di aver eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra”. Testimone d’eccezione di tale processo fu il filosofo Hannah Arendt che, per un giornale americano, il New Yorker, fece il resoconto del processo ad Eichmann che ebbe a definire “come l’incarnazione dell’assoluta banalità del male”. Nel 1963 ella pubblicò tale resoconto in un libro intitolato, appunto, “La banalità del male –Eichmann a Gerusalemme”, che suscitò notevoli polemiche nello stesso mondo ebraico, ma che nel mondo in cui viviamo offre spunti di notevole interesse. La trasformazione di un individuo apparentemente “normale” e “banale” in un autentico agente del male è un fenomeno che purtroppo abbiamo conosciuto in tempi recenti anche nella civile Europa (basti pensare agli eccidi nella vicina ex-Jugoslavia). E’ la mancanza di cultura, di memoria, di radici che in determinati momenti storici, in presenza di regimi autoritari, trasforma, come è avvenuto nella Germania nazista, un popolo apparentemente civile in un popolo acquiescente e, talora, complice delle tragedie della storia senza che l’individuo abbia a ritenersi responsabile dei suoi crimini.