Tentata estorsione e tentata truffa. Assolti l’imprenditore Montesano e il ragioniere Meduri

Reggio Calabria. Si è concluso con una vittoria per i due imputati il processo che si è celebrato questa mattina dinnanzi al Tribunale in composizione monocratica, giudice Barbara Bennato, e che vedeva difendersi dalle accuse di concorso in tentata estorsione e tentata truffa aggravata l’imprenditore Carlo Montesano e il ragioniere Antonino Meduri. La vicenda riguardava il terreno in località Santa Trada dove sorge un villino di proprietà dell’architetto Paolo Fallara. Il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna di 3 anni e 3 mesi di reclusione per entrambi gli imputati. La parte civile, sostenuta dall’architetto Paolo Fallara, difeso dall’avv. Antonino Mallamaci, aveva chiesto in più anche una condanna al risarcimento del danno da valutarsi in 5 milioni e 340 mila euro ed una provvisionale di 1 milione di euro. I due imputati sono stati assistiti dagli avvocati Antonio Managò coadiuvato dai colleghi Antonio Cordova e Rosa Maria Messina, e dall’avv. Antonio Mazzone del foro di Locri. In particolare l’avv. Managò ha sostenuto come la recentissima giurisprudenza di legittimità non ritenga configurabile il reato di estorsione quando non vi sia una concreta minaccia derivante dall’azione dell’imputato. Ancora il noto penalista ha sostenuto che la denuncia di estorsione era successiva al decesso del presunto latore delle asserite minacce, in quanto l’uomo che avrebbe minacciato l’architetto Fallara era già deceduto al momento della denuncia. Per quanto riguarda la tentata truffa aggravata, invece, avv. Managò, anche avvalendosi della collaborazione di esperti nominati come consulenti di diritto amministrativo, aveva sostenuto che la condotta dei due clienti era assolutamente rispettosa dei dettami normativi amministrativi. Il giudice, accogliendo le richieste della difesa, ha ritenuto di assolvere con formula ampia, perché il fatto non sussiste, i due imputati per il reato di tentata estorsione, ed ha emesso sentenza di non doversi procedere, per avvenuta prescrizione, per l’accusa di tentata truffa.

Fabio Papalia

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