Reggio Calabria. Una famosa canzone di Gaber diceva: Cos’è la destra, cos’è la sinistra (…) la minestrina è di destra, il minestrone di sinistra, in tal caso è valido anche il contrario. Così, in sintesi, da dirigente del PD, impegnata in una campagna di proposta per la città, interpreto il fuori tema di alcune ultime esternazioni, rilasciate da Scopelliti (PdL) in merito all’equazione “unioni civili= matrimoni gay = comportamenti eretici dell’opposizione” e successivamente da Ivan Tripodi (PdCI) sull’altra incredibile equazione “volo di Stato della Meloni= il PD non fa opposizione”. Nel primo caso, si tratta della solita minestrina scaldata per cui credo si confonda, come già evidenziato dal candidato a sindaco Massimo Canale, un diritto ed un riconoscimento civile con una posizione omofobica del tutto personale, affidando elettoralmente alla Chiesa ed ai cattolici una opinione temporale come se si trattasse di una necessaria condivisione di un giudizio universale (quello del presidente della Regione) sulle scelte di morale e sensibilità personale. Nel secondo caso, pensando che rientri nell’attività di opposizione l’inseguimento delle persone e dei loro spostamenti, quantunque autorevoli, si rigira nel minestrone dell’esternazione: il PD non fa opposizione perché non si indigna di quello di cui non è a conoscenza, non avendo detto nulla sul “volo di Stato” della ministra Meloni a Reggio per sue iniziative politiche. In campagna elettorale succede di tutto, anche che si vada fuori tema, scegliendo quale debba essere la proposta politica degli altri partiti, prima che del proprio, ce ne s’innamora a tal punto che si pensa che ogni propria posizione debba essere valida per gli altri partiti, si sceglie per sé e per gli altri, come si vorrebbe fare anche per i candidati. Cattive abitudini di una politica parolaia. Eppure il PD si è soffermato sulle questioni trattate non servendo né minestrine né minestroni. Sul sostegno alla politica per la tutela ed i diritti di cittadinanza e quindi civili, si è espressa con diverse iniziative in coerenza con le proposte parlamentari del PD nazionale e della coalizione di centrosinistra per le prossime elezioni; più coerentemente, sul tema dell’ascolto e della condivisione con quanto espresso dalla Chiesa locale attraverso la CEC e l’Istituto di formazione politica superiore “Lanza”, nel proprio programma il PD ha dato spazio al richiamo per cattolici e laici ad un ritorno dell’etica della politica, della legalità e della trasparenza amministrativa indispensabili per il futuro del popolo e delle comunità reggine, già messo in evidenza nei documenti episcopali e di riflessione pubblica con una certa attenzione a quanto in atto nella nostra città. In occasione della Conferenza provinciale sul lavoro si è parlato proprio della Meloni e della qualità della sua proposta a Reggio, il 27 aprile, quando “sorvolando” sul 30% della disoccupazione giovanile, ha detto che scuola e università vanno ristrutturate per adeguarle al livello di sviluppo del territorio ed alla sua offerta; dimenticando lo sfascio della Gelmini di questi anni e la mannaia del federalismo non solidale che il suo governo ha regalato al Sud ed anche ai nostri territori. Sì, ci siamo occupati di Chiesa e Meloni in questi giorni, ma in maniera differente e per questo siamo certi che il PD,non sia andato fuori tema, abusando della scelta di proposta di qualsiasi opposizione che sta dall’altra parte ed abbandonando l’idea che in questa campagna sia utile servire minestrine e minestroni, quando con evidenza serve assicurarsi che tutti, ma proprio tutti, abbiano pane e pasta asciutta e che possano scegliersi serenamente il dessert.
Consuelo Nava, dirigente PD Reggio Calabria