Reggio Calabria. Rapporti tra la futura Amministrazione comunale e l’Università Mediterranea. E’ stato questo il tema proposto ai sei candidati sindaco nella giornata di ieri che, per la prima volta, si sono seduti ad un unico tavolo su iniziativa del Servizio Comunicazione Ateneo. In un’affollata Aula Magna “Quistelli” ecco che Demetrio Arena, Giuseppe Bova, Massimo Canale, Aldo De Caridi, Carlo Sbano e Giuseppe Siclari sono intervenuti nel tentativo di esporre le loro intenzioni in merito alla questione della valorizzazione dell’università di Reggio Calabria.
Ad aprire l’incontro è il Rettore Massimo Giovannini che ha sottolineato la necessità di fare della Mediterranea un polo di sviluppo territoriale. Questo il motivo, spiega Giovannini, dello slogan “Reggio Calabria Città Universitaria” che, punta fra l’altro, a coinvolgere gli studenti e incentivare le immatricolazioni. “La città – afferma il Rettore – deve aprirsi nei confronti dei propri studenti perché essi rappresentano una ricchezza per il territorio” ed ha proseguito illustrando brevemente i numeri che fino ad oggi hanno contraddistinto la Mediterranea, che consta di circa dieci mila studenti, il 90% dei quali calabrese.
La parola è poi passata a Demetrio Arena, il quale ha esordito rivelando che “i giovani sono stati i primi interlocutori della mia campagna elettorale e sono tuttora i principali punti di riferimento”. Ha continuato ripercorrendo per grandi linee la storia dell’università, i cui problemi hanno avuto origine sin dalla sua nascita, dal momento in cui si decise di costruirla a Vito. Con il passare del tempo, a causa della disattenzione delle istituzioni, la Mediterranea ha perso la propria autorevolezza e la propria identità. Pertanto Arena, durante gli ultimi anni all’Azienda dei Trasporti Municipali, si è dedicato allo sviluppo qualitativo del servizio di trasporto pubblico, anche grazie al contributo di alcuni giovani laureati reggini e dei loro progetti.
A seguire, l’intervento di Giuseppe Bova che, con decisione, ha posto l’accento sulla natura meridionalista della propria candidatura, nonché sul divario sempre crescente tra il Nord e il Sud Italia, portando quindi l’attenzione anche sulla responsabilità che investe lo Stato. “Per me sta nascendo, o dovrà nascere, una nuova Italia” sono le sue parole, auspicando che, grazie ad un maggiore contributo da parte dello Stato, il Meridione non venga più considerato solo come la terra del malaffare”. Ed ha sottolineato, inoltre, che il punto decisivo deve riguardare la tensione a fare degli studenti della Mediterranea parte attiva di questa rinascita. Grazie ad alcune istanze emesse dal consiglio regionale, di cui era Presidente, Bova ha dichiarato di essere riuscito ad ottenere importanti risultati nella lotta al precariato, istanze che si dichiara pronto a portare anche a palazzo San Giorgio.
Arriva il turno di Massimo Canale che ripropone sin dall’inizio il modello di democrazia partecipata che ha caratterizzato la sua campagna elettorale fino a questo momento. “Il mio programma – esordisce – l’ho scritto con altre mille mani, molte delle quali provenienti proprio da questo Ateneo”. Ciò che deriva dai documenti di Canale è la proposta di ampliare l’offerta formativa e di aprire l’università all’Europa, favorendo gli scambi interculturali. Torna, inoltre, sulla questione dei trasporti, rimarcando il problema della mobilità che interessa molti degli studenti reggini iscritti presso l’università di Messina. Infine, altro tema caldo, è quello della residenzialità degli studenti, ai quali spetterebbero non solo delle agevolazioni sui canoni d’affitto, ma anche delle strutture da poter ricavare, ad esempio, dagli edifici sequestrati alla mafia. Costruire, insomma, una rete grazie alla quale “la città possa giovarsi dell’Ateneo”.
La parola è passata ad Aldo De Caridi che ha sostenuto sin dall’inizio “la necessità di creare maggiori prospettive occupazionali per gli studenti reggini”. L’università, a detta di De Caridi, investe un ruolo principe, soprattutto perché ha la capacità di far riscoprire l’identità cittadina. Il diritto allo studio e il diritto al lavoro sono costituzionalmente sanciti, pertanto imprescindibili nell’ottica della costituzione di una vera città metropolitana”. In questa direzione De Caridi auspica in particolare nuovi stimoli all’imprenditoria.
E’ stato il turno di Carlo Sbano che ha ripreso il discorso di apertura del Rettore Giovannini replicandolo in alcune sue parti. A parere di Sbano, infatti, la città di Reggio Calabria non è né bella né gradevole bensì “violentata”. Pertanto il problema consiste nella necessità di un ricambio della classe dirigente che sia propositiva, competente e attenta. Necessaria si rende anche la trasparenza amministrativa, nell’ottica di un rapporto sinergico tra l’amministrazione e l’università. “L’etica della legalità – conclude Sbano – dev’essere una prerogativa”.
Infine il professor Giuseppe Siclari che è partito da un tuffo nel passato, ai tempi in cui “l’università nasceva ed io ero uno studente pieno di speranze. Non avrei mai immaginato che nel giro di 40 anni l’università sarebbe stata disastrata e martoriata dalla politica di stampo liberista”. Anche Siclari conviene nell’affermare che il punto di partenza per stabilire un legame indissolubile tra l’università e l’Amministrazione dev’essere la trasparenza dell’Amministrazione stessa. “La città è bloccata dalla cattiva politica affaristica” ed ha aggiunto che una notevole risorsa potrebbe essere rappresentata dall’integrazione culturale degli studenti stranieri.
L’incontro si è poi evoluto in un vero e proprio dibattito aperto tra i candidati sindaco, gli studenti e i docenti della Mediterranea.
Giulia Polito