Rende. Il candidato sindaco Cavalcanti ha incontrato il segretario della Cgil Donato

Rende (Cosenza). Le problematiche del lavoro, i nodi dello sviluppo del territorio, l’area urbana e, dunque, l’UniCal, lo sciopero generale del 6 maggio. Queste ed altre le tematiche affrontate dal candidato sindaco per il centrosinistra a Rende, Vittorio Cavalcanti e dal segretario generale della Cgil di Cosenza Giovanni Donato, durante un incontro svoltosi nella sede storica di Piazza Vittoria. Clima cordiale, voglia di confronto, sinergia su una piattaforma di idee e di valori, in un contesto “in cui- ha sottolineato Donato- i bisogni crescono, le risorse diminuiscono e bisogna, quindi, fare scelte quanto più possibile condivise”. “Quando si affrontano questi temi in campagna elettorale – ha detto invece Cavalcanti- è giusto rivendicare la propria provenienza politica come biglietto da visita e come segno di credibilità. E proprio a Rende, una lunga tradizione riformista ha fatto sì che si sia realizzata in maniera virtuosa un’idea di città con un occhio sempre rivolto alla giustizia sociale, attraverso uno sviluppo solidale del territorio. Ad iniziare dall’UniCal, un grande progetto visionario, motore culturale di riferimento per l’intera regione, ma non solo, al contrario di quanto possa pensare qualche ministro. Perché l’Università è, fra le altre cose, un’incubatrice di imprese: dove c’è scritto che i nostri ricercatori non possano lavorare presso le nostre aziende? A proposito di aziende, utile ricordare un altro motore di sviluppo quale è la zona industriale, dove molte attività danno posti di lavoro. Come dire, non è che, come ha insinuato qualcuno, si è pensato soltanto a costruire palazzi”. La discussione è passata poi ad affrontare, più nello specifico, alcuni aspetti del livello occupazionale. “In merito- ha continuato il candidato a sindaco- vorrei fornire dei dati su cui riflettere. Nella città di Rende, sono duemila i disoccupati, il 6 % della popolazione, a fronte dei 6 mila occupati provenienti dagli altri Comuni: al di sotto dei dati nazionali e se si fosse fatta una politica di chiusura verso l’esterno ci sarebbero quattromila posti in esubero”. “Certo- ha continuato Cavalcanti- c’è da considerare la crisi, ma le grandi nazioni europee ci insegnano, ad esempio la Germania, che per uscire dallo stallo bisogna investire e creare condizioni di crescita. Sebbene, anche in questo senso, ci sarebbe da ricordare pure, come le risorse dei Comuni si stiano dimezzando. Il futuro federalismo fiscale è stato creato in maniera ostile al Sud, con una fiscalità che premia i territori ricchi. Anche per questa ragione, quando si apre un’altra grande sfida locale che è l’area urbana, è necessario non effettuarla a colpi di decreti, ma da un ragionamento che tenga conto del gioco di squadra, della capacità di fare rete. Sui trasporti pubblici che devono avvicinare i territori, sui rifiuti che devono avere il minore impatto ambientale possibile e dove ora si rischia l’emergenza, sul welfare. E’ la qualità della vita che va assicurata: perciò nei nostri primi cento giorni di amministrazione indiremo una conferenza dell’area urbana con tutti i soggetti interessati”. Per ultima, e non certo per ordine di importanza, la mobilitazione per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. “Da parte nostra- ha concluso Cavalcanti- c’è un’adesione totale alla protesta, inutile nascondersi, il mondo del lavoro sta subendo un grosso attacco, bisogna salvaguardare, al contempo, l’occupazione e lo sviluppo”.

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