Camera di Commercio “blindata” per il ministro Angelino Alfano: “Finché ci saranno finestre chiuse non saremo liberi”

Reggio Calabria. Incontro a “finestre chiuse” alla Camera di commercio, questo pomeriggio alle ore 15:30, per la conferenza che ha visto come ospite il ministro della giustizia Angelino Alfano. Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria ha fatto gli onori di casa, spiegando anche la motivazione delle finestre serrate, con le serrande abbassate, nella sala della conferenza: ragioni di sicurezza.
Il ministro Alfano esprime la sua soddisfazione per l’invito alla Camera di commercio reggina: ”Credo che il ruolo degli imprenditori calabresi sia strategico in tutto il Paese” e considera queste finestre serrate emblematiche di una situazione che ancora ha bisogno di forti miglioramenti: “Noi dobbiamo essere nelle condizioni di tenere aperte queste finestre. Finché ci saranno finestre chiuse, in una sala che ospita il ministro della giustizia, il presidente della giunta regionale, altre autorità politiche, militari, i magistrati, vorrà dire che ancora non saremo liberi. Questo è l’augurio che faccio per il mio prossimo ritorno nella vostra città, di tornare qui e di poter vedere quelle finestre aperte”. “In Sicilia sono stati compiuti passi importanti nella lotta alla mafia, ma i risultati ottenuti, la liberazione, è figlia del sangue dei magistrati, del sangue delle stragi. Spero che la Calabria si possa riscattare senza la necessità di stragi”.
L’intervento di Alfano è stato anticipato da quello dell’onorevole Pino Galati, che ha ricordato quanto sia importante investire sul piano della ricerca: “Senza un Sud ancorato allo sviluppo non si può fare un grande Paese”. Poi Sebastiano Caffo, nuovo presidente di Confindustria giovani della Calabria, che sostiene la necessità di un’imprenditoria etica che crei un rapporto diverso tra se stessa e la società, per mezzo di un comportamento socialmente responsabile. L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi fa un report per segnalare gli investimenti massicci sul nostro territorio nell’ultimo anno: sviluppo imprenditoria giovani: 15 milioni di euro; ristrutturazione finanziaria: 8 milioni; reti e cluster d’ impresa, che è una novità per la Calabria e a cui hanno partecipato ben 27 soggetti: 1 milione; imprenditoria femminile: 1 milione.
Il governatore Giuseppe Scopelliti, dopo aver richiamato l’attenzione su una lobby perversa, una “borghesia mafiosa” che esiste nella nostra regione e che bisogna sconfiggere perché “l’interesse di pochi non può impedire lo sviluppo di tutti”, elogia Alfano per aver preso il provvedimento di far arrivare a Reggio altri nuovi magistrati, da altre sedi. “E’ stata una decisione molto importante, questi magistrati costituiscono per noi un valore aggiunto nella lotta alla ‘ndrangheta e il governo, facendoli arrivare, ha dato un messaggio forte nei confronti dei cittadini”.
Il ministro ritiene che un altro segnale molto forte sia stato quello di scegliere Reggio Calabria come sede dell’agenzia dei beni confiscati e che l’eliminazione del patteggiamento in appello ha avuto un impatto molto positivo sulla lotta alla ‘ndrangheta in Calabria. Secondo Alfano non è possibile lo sviluppo senza la legalità. “Prima di tutto ci vuole un’infrastruttura immateriale, chiamata, appunto, legalità”. E questa deve essere garantita da tutti, ci deve essere uno sforzo da parte di tutti gli attori sociali: “La bravura della nostra generazione deve essere quella di rischiare. Facendo. Se faremo questo serviremo la nostra terra. Non credo che esistano liberatori, ma uomini che si liberano, che non esistano salvatori, ma uomini che si salvano. Non c’è una ricetta magica, ma un ci deve invece essere un richiamo al dovere esaltato al massimo livello. Se ci impegneremo faremo vincere il nostro Sud, se non lo faremo, nessuno lo farà al posto nostro”.

Raffaele Putortì

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