Bagnara Calabra (Reggio Calabria). “Ancora una volta ci troviamo a dover fare i conti con i paradossi generati dall’applicazione di norme comunitarie che, di fatto, disconoscono la realtà delle comunità locali in cui poi vanno a incidere pesantemente”. E’ quanto dichiarato dal segretario questore del Consiglio regionale, Giovanni Nucera, nel corso di un confronto avuto a Bagnara con i rappresentanti delle cooperative dei pescatori della zona, in merito al grave disagio che sta condizionando il settore della pesca nel territorio di Bagnara. L’incontro è avvenuto a margine della visita a Bagnara Calabra per la presentazione del candidato al consiglio provinciale dei “Popolari e Liberali”, Emanuele Antonio Oliveri, sindaco di Melicuccà. “I nostri pescatori – ha affermato Nucera – stanno attraversando una fase di estrema difficoltà dovuta in larga parte alle restrizioni legate alle quote sulla pesca del tonno imposte in sede Europea. L’impossibilità infatti di effettuare una pesca selettiva costringe i pescatori a dover ributtare in mare i tonni accidentalmente pescati durante la pesca al pescespada, il cui limite massimo annuo è pari a 750 chili. Su questa problematica che tocca da vicino un comparto di vitale importanza per l’economia del territorio reggino, intendiamo portare avanti con forza un impegno presso i nostri rappresentanti in seno al governo nazionale, per aumentare la quota accidentale che regolamenta la pesca del tonno innalzandola da 750 Kg a 2.000 Kg e non assoggettarla all’osservanza della percentuale sul pescato giornaliero. Questa misura – ha inoltre aggiunto il Segretario Questore del Consiglio Regionale – eviterebbe la spiacevole quanto inutile prassi che vede obbligati i pescatori impegnati nella pesca del pescespada a disfarsi del tonno in eccesso”. Al riguardo, come annunciato dallo stesso Nucera, che della vicenda ha informato anche il sottosegretario e leader nazionale dei “Popolari e Liberali”, Carlo Giovanardi, è già stata predisposta un’apposita interpellanza indirizzata alla Giunta regionale a all’assessorato all’Agricoltura per avere chiarezza fra le altre cose, in merito alle tutele previste dal governo nazionale per i livelli occupazionali e salariali dei pescatori in questione. “La questione – ha poi concluso il coordinatore dei “Popolari e Liberali” – è strettamente connessa inoltre anche ad altri aspetti di forte criticità. Nel Mediterraneo infatti i nostri pescatori devono osservare rigidamente le direttive europee diversamente però da quanto accade ai pescherecci provenienti dalle coste africane la cui attività non è soggetta ad alcun vincolo, senza considerare che il loro pescato viene poi venduto sul nostro territorio. Discorso analogo può essere esteso anche ai cosiddetti pescatori da diporto che nell’eventualità di una grossa pescata di tonno, non si vedono applicata alcuna norma o limitazione. In poche parole ciò che emerge è che solo quanti svolgono attività di pesca per lavoro, si vedono ingabbiati entro le maglie di una normativa troppo restrittiva e oltretutto poco aderente con le complessità e le specificità di un mestiere estremamente difficile”.
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