Reggio Calabria. Quattrocentonove anni di carcere e una condanna all’ergastolo per le cosche di San Luca. Pesantissime le richieste di condanna formulate ieri dal procuratore generale Adriana Fimiani e dal pubblico ministero, Federico Perrone Capano, nei confronti dei 39 imputati nel processo denominato “Fehida”, che si sta svolgendo, con la formula del rito abbreviato, presso la Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria.
Le accuse mosse nei loro confronti vanno dall’associazione mafiosa al traffico di sostanze stupefacenti, dal traffico al porto e detenzione illegale di armi e munizioni. Uno degli imputati, Santo Vottari, invece è accusato di essere l’autore dell’omicidio di Maria Strangio e del ferimento di Francesco Colorisi e del minore Francesco Nirta. Nei confronti di Vottari i rappresentanti dell’accusa hanno chiesto alla Corte d’Assise d’appello, Amodeo Presidente, Crucitti a latere, la condanna al carcere a vita. In primo grado Vottari , a conclusione del processo di primo grado, è stato assolto dall’accusa di omicidio e tentato omicidio, ed era stato condannato a 10 anni e otto mesi di reclusione per le altre imputazioni dal gup Francesco Petrone, con sentenza emessa il 19 marzo 2009; Petrone in tutto aveva inflitto 31 condanne per complessivi 174 anni e 9 mesi di reclusione. La pena più pesante in abbreviato, 13 anni di reclusione, era toccata ad Antonio Pelle, ritenuto il capo della cosca Pelle-Vottari e chiamato dagli affiliati “la mamma”.
Nel dettaglio i rappresentanti dell’accusa hanno chiesto le seguenti condanne:
12 anni di reclusione per Aguì Roberto, Antonioli Gianfranco, Francesco Barbaro, Emanuele Biviera, Giuseppe Biviera, Vincenzo Biviera, Michele Carabetta, Antonio Giorgi, Caterna Giorgi, Teresa Giorgi, Vincenzo Giorgi, Domenico Mammoliti, Achille Marmo, Giovanni Marrapodi, Domenico, Paolo Nirta, Sebastiano Nirta, Antonia Pelle, Domenico Pelle, Giuseppe Pelle, Maria Pelle, Giuseppe Pipicella, Domenico Pizzata, Giuseppe Puglisi, Barbara Rocca, Antonino Romano, Giovanni Strangio, Raffaele Stranieri, Antonella Vottari.
16 anni di carcere invece sono stati richiesti per Francesco Strangio, mentre la conferma delle condanne inflitte in primo grado è stata richiesta per Gianfranco Antonioli, Mario Di Bonito, Francesco Napoli, tutti condannati a 5 anni di carcere, e per Giulia Alvaro a cui il gup Melidona ha inflitto 1 anno, 5 mesi e 10 giorni di carcere.
L’udienza è stata aggiornata a lunedì prossimo per l’inizio degli interventi degli avvocati. L’inchiesta Fehida, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha monitorato la storica ed intestina lotta criminale delle famiglie egemoni del territorio sanluchese, da un lato i Pelle-Vottari e dall’altro i Nirta-Strangio, protagonisti di una delle faide più crudeli, da cui sarebbe generata successivamente quella consumata la notte del ferragosto 2007 a Duisburg, in Germania, in cui morirono 6 giovani ritenuti affiliati al gruppo dei Pelle-Vottari. Nello stesso procedimento “Fehida” per altre 15 persone, parimenti accusate di far parte delle cosche di San Luca, si sta procedendo in ordinario davanti ai giudici della Corte d’assise di Locri. Tra loro figura Giovanni Strangio, il giovane accusato di essere stato il regista e uno degli esecutori della strage di Duisburg.
Angela Panzera