Tirano. E’ stato perfetto per 229 chilometri e 950 metri Giovanni Visconti, prima di perder la testa con un gesto che è figlio della voglia di vincere e di far bene in maglia tricolore nel Giro dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Concentrato e attento sul passo del Tonale, sull’Aprica e in discesa, reattivo a lanciarsi nell’agguato buono per staccarsi dai compagni di fuga più pericolosi, in volata ha cercato spazio dove proprio non ce n’era. Il povero Diego Ulissi certo non poteva sparire, dopo aver lanciato lo sprint in testa e aver mantenuto una traiettoria quantomai rettilinea e corretta. Ha sbagliato a metter la freccia, quando nelle gambe aveva la forza necessaria per sopravanzare il giovane della Lampre Isd: ha voluto la scia di Ulissi e poi non ha avuto la lucidità necessaria per scavalcarlo sulla destra, scegliendo invece un varco tra il corridore Lampre e le transenne. Si ritrova al terzo posto, declassato per aver spostato ai 50 metri con una mano Ulissi, e la cosa che lascia l’amaro in bocca per il campione italiano è che aveva gambe e forza per vincere con distacco la volata a tre con Lastras, terzo sul traguardo e poi secondo dopo la retrocessione al terzo di Visconti.
Ulissi, Lastras, Visconti, Bakelandts. Questo è l’ordine d’arrivo della diciassettesima tappa da Feltre a Tirano, 230 chilometri che si prestavano ad attacchi da lontano di corridori fuori classifica e in cerca dell’affermazione di tappa. Vanno via in 16 al chilometro 52, con Sivtsov, Ulissi, Lastras, Bakelandts, Visconti, Le Mevel, Kiserlovski tra i papabili per la vittoria. Insieme a loro, Taborre, Gastauer, Frank, Vorganov, Losada, Giordani, Engels, Hernandez – luogotenente della maglia rosa Contador – che agguantavano 7 minuti e 45 di vantaggio massimo, con il gruppo che non aveva nessuna intenzione di andarli a riprendere. Potevano esserci due corse in una: per la tappa e per la generale, con la discesa dell’Aprica che si prestava a qualche attacco. In realtà, nel gruppo non c’è stato margine per attaccare da parte di Vincenzo Nibali, oggi per la prima volta con l’intera squadra in grado di assisterlo in testa al plotone. Giornata tranquilla per Contador, ormai in carrozza verso Milano.
Sono stati lesti in quattro, ai meno tre dall’arrivo, ad allungare di quel tanto che basta, 15-20 secondi, sui compagni di fuga, prendendo in contropiede Sivtsov, uomo di classifica della HTC High Road, tra i più attivi durante tutta la tappa. Il punto caldo è concentrato negli ultimi 50 metri, con un campione italiano che sentiva vicina la prima affermazione al Giro d’Italia, per di più in maglia tricolore. Resta il rimpianto per Visconti e la Farnese Neri per una tappa che sarebbe stata facilmente in cascina; da contraltare la gioia di Ulissi, che mette a segno il gran colpo con una volata corretta dove si è giocato le proprie carte. Subito dopo il traguardo, questa l’interpretazione dei fatti da parte di Visconti: «E’ qualcosa di incredibile, gli ho urlato più volte (a Ulissi, ndr) e mi ha portato sulle transenne. E’ una cosa da non fare, son contento d’averlo passato ugualmente ma non dovrebbero succedere».
Fabiano Polimeni