Settimana tempestosa a Piazza Affari che chiude sui minimi con la borsa di Wall Street che si ferma al ribasso. Ieri in particolare il comparto bancario ha fatto segnare il meno: Mediobanca (-1,82%), Intesa Sanpaolo (-1,07%), Mps (-1,37%), Ubi (-1,11%), Unicredit (-1%).
Un segno tangibile di una settimana debole, infatti, gli indici globalmente non hanno recuperato ma ampliato le iniziali perdite che si sono consolidate alla chiusura, con il tocco negativo di New York, tutto ciò effetto non solo della situazione in Grecia che resta preoccupante, ma di una più generale incertezza sui mercati finanziari.
La maglia nera va alla Borsa di Parigi, con l’indice Cac 40 che lascia sul terreno l’1,90%, mentre il Dax di Francoforte segna meno 1,25%, con Londra che perde l’1,55% e Madrid -1,69%.
Quindi le borse europee arretrano tutte anche per un sentiment negativo che si è generato a giusta ragione, sui rischi di default di una importante Cassa di risparmio spagnola, che probabilmente, dovrà essere salvata con nuova liquidità.
Intanto le istituzioni Europee si interrogano sulla soluzione per meglio superare lo stress test della propria governante economica, il commissario europeo agli affari economici sollecita la necessità di aggiustare i conti con delle vere riforme le uniche per ridare slancio all’appiattita economia europea, ma la vera soluzione sembra essere l’unificazione fiscale tra i paesi membri, ma pochi vogliono perdere la propria autonomia in materia.
La Banca centrale europea e la Banca di Estonia hanno avviato una campagna informativa per accompagnare e agevolare l’introduzione dell’euro nel paese.
Mentre la BCE si appresta ad accogliere Mario Draghi nella sua torre d’avorio, affidandogli un lavoro non facile, governare in un periodo di crisi il debito sovrano, vero ed unico padrone della UE, una situazione equivalente a quella di un domatore che entra in una gabbia con una tigre furiosa a digiuno da sei mesi.
Fabio Arichetta