Roma. Indagine Rilancio: i Ros colpiscono la cosca Alvaro nella Capitale, due arresti

Roma. Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di Vincenzo Alvaro e Damiano Villari, indagati per intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa di cui all’art. 7 L. 203/91.
Contestualmente sono state effettuate 17 perquisizioni delegate dal Pm nei confronti di altrettanti indagati a piede libero per i medesimi reati.
I provvedimenti colpiscono una promanazione laziale della cosca ‘ndranghetista degli “Alvaro”, originaria dei Comuni di Sinopoli e Cosoleto (RC), e in particolare Vincenzo Alvaro, figlio di Nicola Alvaro cl. 27, detto “Beccauso”, capo cosca del “Locale” di Cosoleto e Damiano Villari, soggetto ritenuto dagli inquirenti di elevato spessore delinquenziale e in stretto raccordo con la cosca “Alvaro”, nonostante i suoi tentativi di celare tali rapporti.
L’indagine “Rilancio”, avviata dal Ros nel 2007, ha documentato l’elevato livello di penetrazione raggiunto dalla cosca “Alvaro” nel tessuto economico capitolino attraverso l’acquisizione di numerose attività commerciali e imprenditoriali con capitali illeciti e ha individuato la fitta rete di prestanome – ben 27 – utilizzati per aggirare le possibili iniziative giudiziarie sul fronte patrimoniale.
L’indagine, sviluppata su più direttrici investigative, aveva già consentito, con due distinti interventi operativi eseguiti nel 2009, di penetrare nel circuito economico della cosca, con particolare riferimento alle operazioni di reinvestimento dei capitali illeciti in rilevanti attività commerciali ed imprenditoriali nel Lazio e in Calabria.

In particolare:

L’attività delinquenziale in questione non si è però arrestata con il sequestro del luglio 2009, a conferma della perdurante operatività della cosca sul fronte patrimoniale e della pericolosità sociale di Domenico Alvaro, che acquistava nuove attività commerciali intestandole a soggetti di comodo al fine di occultarne la reale titolarità e “oscurare” la sua presenza nella Capitale.
Si tratta, in particolare, di due esercizi commerciali – il bar “Il Naturista” ubicato in via Salaria n. 121 e il bar “Pedone” ubicato in via Ponzio Comino n. 74 – oggetto dell’odierno provvedimento di sequestro e del valore superiore ai due milioni di euro.
Per gli intestatari fittizi indagati a piede libero, per i quali il Pm aveva richiesto l’emissione di misura cautelare analoga a quella che ha investito il Villari e l’Alvaro, il Gip non ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, in ragione della cessazione della condotta criminosa a seguito dei provvedimenti ablativi eseguiti nel corso delle investigazioni.

L’attività, in estrema sintesi, ha confermato:

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