Sequestrato un capannone industriale nel piazzale nord del porto di Reggio Calabria

Reggio Calabria. Continua l’attività di monitoraggio e mappatura del litorale costiero svolto dalla Capitaneria di Porto di Reggio. Nello specifico, si tratta delle attività di indagine delegate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria effettuate nei giorni scorsi. Su disposizione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria Domenico Santoro, la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, ha provveduto a mettere i sigilli e porre sotto sequestro penale un capannone industriale ubicato sotto il cavalcavia Anas che collega l’autostrada a Reggio porto, e precisamente in località Pentimele. L’attività di delega, scaturisce da un lavoro di mappatura programmatica del litorale svolta dagli uomini della Guardia Costiera sugli insediamenti produttivi e sugli abusivismi, che nello specifico avevano portato al deferimento alla Procura della Repubblica del titolare di una ditta, per l’occupazione abusiva di una porzione di area demaniale marittima, pari a 85 mq. circa, ricadente in località Pentimele, adiacente al piazzale nord del porto di Reggio Calabria. Nell’area in questione, insiste un’officina meccanica, ricavata recintando uno spazio sotto una delle campate del ponte stradale, di raccordo tra l’autostrada SA-RC ed il porto. L’intera officina meccanica occupa complessivamente 356 mq. circa, di cui 85 mq. circa ricadono su area demaniale marittima. Sul terreno in questione insiste un battuto cementizio realizzato ove sostano i mezzi destinati alla riparazione, attrezzi di lavoro e materiale vario. Particolarmente gravosa dal punto di vista della sicurezza è l’area interna, ove insiste l’attività commerciale, infatti la ditta in questione negli anni ha modificato, lo stato dei luoghi con potenziale compromissione della funzionalità del raccordo autostradale sovrastante. Nell’attività di indagine ha altresì partecipato personale dell’ANAS, che ha accertato che l’officina così come ubicata potrebbe compromettere la sicurezza/stabilità e l’incolumità delle persone che ci lavorano nonché dei potenziali clienti che si servono della stessa atteso che proprio il ponte autostradale “funziona” da tetto dell’officina. Per tale motivi la ditta era stata verbalizzata dall’Anas per la violazione di cui all’art. 27 comma 10, 11 e 12 del Codice della Strada con sanzione accessoria della sospensione dei lavori e del ripristino dei luoghi a sue spese, sospensione dei lavori e ripristino dei luoghi fin oggi non ottemperati. Il sequestro preventivo decretato dal G.I.P., è stato emesso per evitare che la libera disponibilità da parte dell’indagato possa aggravarne le conseguenze, permettendo una ulteriore lesione dei beni salvaguardati dal legislatore, con il fine ultimo di tutelare l’evidente pericolo per la sicurezza oltre che la lesione dei vincoli urbanistici.

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