Samo. La minoranza chiede le dimissioni del sindaco

Samo (Reggio Calabria). Di seguito una nota del Gruppo di minoranza in Consiglio comunale.

Il Sindaco, con regolare avviso ci comunica che giorno 16 giugno ci sarà Consiglio Comunale (assemblea regolarmente tenutasi con l’assenza dell’intero gruppo di minoranza e che ha visto l’approvazione unanime dei punti all’ordine del giorno ) e tra le varie voci prevede l’approvazione del bilancio di previsione 2011 e del conto consuntivo per l’anno 2010, invitandoci, tra l’altro, alla discussione di pre Consiglio del 13 giugno. Dimenticando però che ormai è da due anni che la maggioranza ha volutamente disconosciuto l’esistenza del gruppo consiliare di minoranza, anche nelle più banali questioni che riguardano la nostra cittadinanza. Eppure, questo gruppo aveva dato ampia disponibilità a collaborare nell’interesse della nostra comunità. Quindi, il nostro augurio iniziale di riempire quel solco che già da tempo si era creato in paese è svanito, anzi, quel solco si è allargato ulteriormente. Il fallimento di questi due anni, sommato a quello dei cinque precedenti (sì, perché questo gruppo amministrativo di maggioranza è di fatto il prosieguo del precedente) ha affossato completamente il nostro paese. Si sono completamente ignorate, invece di valorizzarle, quelle piccole realtà, culturali, sociali e sportive che con sacrifici qualcuno ha cercato di portare avanti, anzi ci si è posti contro facendo “in proprio” delle manifestazioni, per dimostrare non si sa cosa, al posto di delegare chi è preposto o gruppi giovanili di volenterosi; invece di creare affiatamento si sono create delle manifestazioni di parte e quindi un sempre maggiore senso di distacco. Non si è creata una sola giornata lavorativa per i giovani o i padri di famiglia di questo paese.  Si è amministrato nel più totale disprezzo del nostro territorio e quanto di più bello vi era e fungeva da cornice del nostro centro abitato versa da anni ormai nel più totale abbandono e nell’incuria generale. Per non parlare poi del nostro centro abitato dove ormai da anni, dopo i primi tentativi di dare un po’ di colore al grigiume generale, assistiamo solo a demolizioni di infrastrutture senza ripristini, non si sa da parte di chi e per cosa. Il problema dei rifiuti, poi, è sotto gli occhi di tutti: la tassazione è stata aumentata fino ai massimi livelli, mentre il servizio si commenta da solo; senza considerare il misterioso attuale smaltimento degli stessi. Il problema dell’acqua è ancora più grave: oltre alla tassazione ai massimi livelli, c’è il fatto che chi la spreca o la usa per scopi impropri non la paga e chi ha difficoltà all’approvvigionamento deve pagare la sua quota e parte degli sprechi. Altro punto, non ultimo per gravità, che ha destato sgomento in noi, nella cittadinanza e in chi ci conosce da fuori, è stato l’arrivo della Commissione di Accesso Antimafia. Noi, fiduciosi  nelle istituzioni, attendiamo che la giustizia faccia il suo corso e ci auguriamo che tutta l’Amministrazione ne esca pulita, per ridare lustro al nostro paesino che abbiamo ereditato da gente laboriosa; purtroppo abbiamo appreso la notizia dai commenti sugli organi di stampa, mentre, come minimo, attendavamo una convocazione del Consiglio Comunale da parte del Sindaco, per darci delucidazioni e riferire in merito, affinché anche noi sapessimo e potessimo esprimere i nostri pensieri; invece niente, come se noi non esistessimo. Eppure anche noi siamo consiglieri di questa Amministrazione e rappresentiamo una larga parte della cittadinanza. Per questo, per tutto ciò, per la rinascita del nostro paese, perchè il nostro paese ci sta a cuore, perché il nostro paese torni ai paesani, perché il nostro territorio sia parte integrante di noi tutti e non di pochi, perchè torni un po’ di armonia, chiediamo a gran voce le dimissioni del Sindaco e di questo gruppo di maggioranza che, pur annoverando in esso tante oneste realtà giovanili di lavoratori, non si sta dimostrando capace di amministrare efficacemente il nostro Comune. Ai consiglieri di maggioranza chiediamo di fare un passo indietro, in umiltà, per il bene del paese, evitando di mantenere in vita un qualcosa che rappresenta il nulla.

 

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