Reggio Calabria. E’ passato più di un anno dall’inizio della legislatura regionale. Il tempo giusto per avviare una riflessione su come funziona il Consiglio della Calabria, sulla sua composizione, e quindi mettere mano ad alcune modifiche statutarie. Dal 2005 il numero dei Consiglieri regionali è stato portato da 40 a 50 (più del 20%). Sei anni dopo possiamo serenamente e in piena coscienza prendere atto che nessun beneficio è venuto da quella scelta: né al Consiglio e alla sua funzionalità, né ai calabresi. In questo stesso periodo, tra l’altro, si è assistito a una diminuzione significativa dei componenti dei Consigli comunali e provinciali (meno 20%), mentre cresce il dibattito (che non trova espliciti e dignitosi dissensi) che punta a una riduzione drastica del numero dei componenti della Camera e del Senato italiani. Insomma, è decisamente fondato l’argomento che mentre si pensava a un ridimensionamento delle rappresentanze istituzionali la Calabria (ma non solo la Calabria) andava in direzione opposta a quella necessaria. Oggi il problema va posto con serenità e senza strumentalizzazioni da parte di alcuno, anche perché tutto o quasi tutto il mondo attuale della politica calabrese fu partecipe di quello aumento che sicuramente era supportato da finalità e obbiettivi positivi. Questo, invece, è il momento d’intervenire con gli aggiustamenti istituzionali. Manca ancora un periodo lungo alla fine della legislatura regionale e nessuno può sospettare che nella riduzione dei consiglieri vi sia una qualche ricerca di vantaggi o svantaggi politici e/o personali per qualcuno. Si potrebbe intanto ripristinare, a partire dalla prossima legislatura, il numero di 40 consiglieri, ponendo nel contempo mano alla riduzione delle Commissioni, perché sono troppe e anche per togliere alibi a chi sostiene che la riduzione dei Consiglieri ne comprometterebbe la funzionalità. Una riduzione dei consiglieri, io credo, restituirebbe funzionalità e soprattutto prestigio al Consiglio. Non servono 50 consiglieri, lo sanno tutti. E proprio perché non servono appesantiscono il Consiglio e lo fanno avvertire come una nicchia di superprivilegiati togliendo autorevolezza e prestigio alla Regione e a tutta la politica regionale. Funzionalità e prestigio politici sono i problemi principali. Ovviamente, rafforzati dal fatto che mostrare al resto dell’Italia una Regione virtuosa anziché inutilmente sprecona fa crescere la nostra forza politica di fronte ai governi e al paese. Credo che le forze politiche Calabresi possano con spirito positivo, innovativo e responsabile aprire una tranquilla discussione, anche su questi temi, per delineare la Regione del futuro.
Consigliere Regionale PD
Avv. Demetrio Battaglia