Reggio Calabria. Gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, pubblicati lo scorso autunno dalla Chiesa italiana, intendono offrire alcune linee condivise per favorire i percorsi educativi nelle comunità cristiane e nelle associazioni in essa operanti. Il Centro Sportivo Italiano prova ad agire in prima linea dovendo confrontarsi costantemente con il variegato mondo giovanile, sociale, politico ed ecclesiale. Il tema educativo affrontato dal documento “Educare alla vita buona del Vangelo” tocca in profondità il mondo sportivo associato nel Csi . In particolare, il carisma del CSI non coincide con la sviluppo della pratica sportiva (anche se è innegabile che la qualità della proposta sportiva incide sulla considerazione ed il rispetto che il CSI ha acquisito sul territorio), ma piuttosto la sua “mission statutaria” è l’educazione attraverso lo sport. Il CSI è un’associazione ecclesiale che nel mondo sportivo testimonia e promuove i valori dell’uomo e della fede. Il percorso educativo e il percorso sportivo sono pertanto destinati a coincidere. In questa prospettiva, le tematiche indicate dal documento, quali il rapporto educativo, la sensibilità alle relazioni significative, il riferimento al metodo educativo seguito da Gesù, il rapporto con i giovani atleti e loro famiglie, il lavoro di comunione con ambienti parrocchiali e territoriali rappresentano una sfida e una provocazione continua nel formare e qualificare i dirigenti secondo i bisogni delle giovani generazioni in un mondo che cambia.
Paolo Cicciù, consigliere nazionale e presidente Csi Reggio Calabria: «Il CSI ha promosso, sul modello e sullo stile indicato dei vescovi, un percorso culturale decennale suddiviso in cinque tematiche biennali. Questi temi sono poi declinati annualmente in tre–quattro distinti momenti associativi nazionali (agorà e assemblea in maggio, settimana di formazione estiva in luglio, convention in autunno o stati generali dello sport in gennaio e meeting di Assisi a dicembre). Similmente sul territorio di Reggio, saranno realizzati convegni, momenti formativi, campagne a tema e proposte particolari (dalla 2° Edizione del Festival Nazionale dello Sport Educativo “ReggioCalabria SportinFest 2011” al Natale dello Sportivo, dalle settimane educative in oratorio alle riflessioni con le comunità educative parrocchiali, dalla 3° edizione del progetto educativo “Vivi L’Oratorio” fino al coinvolgimento del territorio sociale, politico e religioso). Eventi che coinvolgeranno gli oltre seimila associati del Comitato reggino. I dirigenti sportivi cattolici devono diventare “lievito” nel mondo dello sport, a tutti i livelli. Fare scelte che siano controcorrente, rispetto ad un modello sportivo incentrato sulla “vetrinizzazione” e sullo “spettacolo”. La proposta che lanciamo è destinare il 5% dei diritti Tv del calcio per sostenere lo Sport in Oratorio». Lo conferma Edio Costantini, direttore del centro studi del Centro sportivo italiano e presidente della fondazione “Giovanni Paolo II per lo sport”. «Lo sport è un bene educativo di straordinaria importanza – commenta – che esercita una forza attrattiva sui giovani e i ragazzi, continuando ad essere una di quelle esperienze umane capaci di incidere in modo significativo sulla costruzione della persona». Ma come riconosce il testo dedicato alla “sfida educativa”, lo sport, come un po’ tutta la società, si interroga oggi «su quali debbano essere i suoi principi guida, che tipo di persona formare e quali valori proporre per favorire la crescita della persona». «Se prendiamo spunto dallo sport professionistico – afferma Costantini – fatta salva la testimonianza di qualche singolo campione, dobbiamo purtroppo registrare la grande diffusione di logiche negative, come quella del denaro, del successo a tutti i costi, di un’esasperata competitività. Se vogliamo ridare allo sport tutta la sua valenza educativa bisogna ripartire da due ambienti insostituibili: la parrocchia e la scuola». Sta qui, in effetti, uno dei passaggi fondamentali del capitolo del Rapporto – proposta: investire su una nuova generazione di luoghi educativi. «Come dimenticare – sostiene ancora Costantini – il ruolo svolto in passato dall’oratorio parrocchiale, in cui si sono formati tanti degli attuali campioni dello sport in Italia? Alla parrocchia e alle sue strutture sportive lo sport italiano resta molto debitore. Ora si tratta di reinvestire sulla parrocchia, dove purtroppo lo sport viene oggi percepito come un intervallo tra cose più importanti da fare». È ora pertanto che le comunità cristiane riscoprano la grande funzione dello sport, come riconosce il volume del Comitato per il Progetto culturale, perché esso diventi «principio generatore di relazioni, di stile di vita, di comportamento, dialogo, partecipazione, cittadinanza attiva». «La parrocchia – dichiara Costantini – può fare moltissimo in tal senso, ma smettendo di guardare indietro e proponendo un’animazione sportiva di qualità, che significa puntare sulla formazione di educatori all’altezza e su nuove strutture sportive >.
Csi Reggio Calabria