Mur de Bretagne. Arriva il maltempo sul Tour, con una giornata e colori più vicini a un clima alpino che alle latitudini della Bretagna, dove si è conclusa la quarta frazione da Lorient a Mur de Bretagne, dopo 172 km. L’attesa era tutta per i 2000 metri conclusivi in salita, una rampa fatta apposta per restituire il simbolo del primato a Philippe Gilbert, assoluto maestro di muri come quello odierno. Se proprio si voleva azzardare con una scommessa, il secondo nome da fare per il successo di tappa era quello di Cadel Evans. E l’australiano ha mantenuto le promesse della vigilia, vincendo di misura, in una volata ristretta a meno di dieci corridori, ma non davanti al belga della Omega Pharma, bensì davanti a quel Contador che troppo in fretta è stato liquidato come non in forma e poco concentrato. Lo spagnolo ha acceso la corsa da solo, senza squadra, scattando ai 1400 metri dall’arrivo, costringendo Gilbert a chiudere lo strappo e pagare lo sforzo poi nella volata. Pronti a rispondere “presente” anche Vinokourov e Frank Schleck, mentre il fratello Andy è rimasto un indietro, pagando 7″ a Evans, 5″ di ritardo li hanno accusati Wiggins, Basso e Cunego. Chapeau, infine, per il campione del mondo Hushovd, unico velocista in grado di resistere alle pendenze del finale e chiudere al sesto posto, dietro Gilbert. La maglia gialla resta sulle spalle del norvegese della Garmin Cervelo, ma un segnale importante lo ha dato Evans (nella generale a 1″ di ritardo, ndr) accreditato come non mai per le posizioni nobili a Parigi. Gli uomini di classifica, poi, faranno bene a non confidare troppo sul ritardo in classifica di Contador, perché con lo scatto piazzato sulla rampa odierna è riuscito a mettere in difficoltà in numero uno in arrivi del genere, e se questo è il biglietto da visita, la cartolina di una Tropea alla francese, i vari Basso, Schleck, Evans hanno di che preoccuparsi.
Tra la partenza e l’attesa per gli ultimi due chilometri, tanta pioggia e la solita lunga fuga a caratterizzare la tappa. Cinque fuggitivi, evasi dal plotone al chilometro 9, han fatto su e giù per le strade bretoni accumulando poco più di 3′ come bottino massimo sul gruppo. Ovviamente, i buoni volenterosi di giornata – Kadri, Roy, Hoogerland, Erviti e Izagirre – sogni di gloria (tantomeno chance) non ne avevano nemmeno nel cassetto, almeno per la tappa odierna. Anche se, con il vantaggio che ai meno dieci dall’arrivo si manteneva intorno al minuto, qualche dubbio che la fuga potesse arrivare al traguardo iniziava a nascere. Dubbi fugati a 3700 metri da Mur de Bretagne, con il plotone che riassorbiva i fuggitivi – rimasti in fuga per 160 chilometri – e si lanciava verso le rampe finali.
Fabiano Polimeni
Arrivo di tappa
Evans
Contador
Vinokourov
Uran
Gilbert
Hushovd
F. Schleck