Cap Frehel. La quinta frazione ha emesso il suo verdetto, con una volata prevedibile e un risultato in linea con le attese. Seconda volata del Tour e velocisti davanti a darsi battaglia, dopo aver ripreso la fuga di giornata, durata poco meno di 120 km con quattro attaccanti evasi dal gruppo al terzo chilometro: Gutierrez, Turgot, Valentin e Delaplace hanno movimentato la corsa prima che si arrivasse sulla costa, là dove il vento poteva giocare qualche scherzo e intrappolare uomini di classifica disattenti. Ma il gruppo compatto a 40 km dall’arrivo è difficile da controllare fino all’arrivo. Così, contrattacco di Roy e Voeckler ai meno 33: ambiziosi ma poche chance di coronare la fuga con 1’08” di vantaggio massimo a 17 km dal traguardo, quando la Htc al gran completo e qualche uomo Garmin si sono messi in testa per preparare la volata e chiudere sugli attaccanti, ripresi ai meno 3. Ha vinto Mark Cavendish, ma ha dovuto sudare e lottare non solo contro gli avversari ma anche con i compagni di squadra che quasi ce l’han messa tutta per fargli perdere lo sprint. All’ultimo km, infatti, il treno Htc si disuniva e tentava l’assolo Boasson Hagen (Sky); con il treno Htc deragliato ci andava di mezzo anche il risultato di Petacchi, rimasto troppo avanti negli ultimi 700 metri. Ultimi 300 metri con una lotta a quattro: Hushovd, a lanciare la volata, Gilbert a tentare l’assolo e la sorpresa, Cavendish in clamorosa rimonta e lo spagnolo Rojas in maglia verde. Ad avere la meglio è stato l’inglese davanti a Gilbert e Rojas, ma che fatica!
Quante cadute. Corsa tenuta sotto controllo da subito, con la Garmin Cervelo che è stata tutto il giorno in testa a controllare il vantaggio dei fuggitivi e proteggere Farrar e Hushovd dai rischi di cadute a centro gruppo. Cadute che lungo i 164 chilometri da Carhaix a Cap Frehel hanno lasciato segni importanti su nomi importanti. Gesink, Brajkovic, Contador: tre nomi, tre cadute, un ritiro – quello del giovane della Radioshack, unico uomo di punta under 30 nella formazione dei vari Leipheimer e Kloden -. Ha riportato le conseguenze peggiori lo sloveno, che si è dovuto ritirare poco dopo il traguardo volante, al chilometro 73 a causa di una caduta che ha coinvolto anche l’olandese della Rabobank e uomo di classifica Gesink. Pochi chilometri più avanti è toccato ad Alberto Contador, al secondo capitombolo in meno di una settimana. Se non è un record poco ci manca, con la sfortuna che sembra aver battezzato la ruota dello spagnolo. E giusto per passare come chi sa prenderla con filosofia, s’è rialzato, ha levato casco e occhiali – magari per sbollire la rabbia – e ha “delicatamente” scaraventato la bici nel fosso. Qualche ammaccatura e un minuto da recuperare sul plotone sono state le conseguenze della caduta per Contador, prontamente rientrato con tutta la squadra che l’ha atteso: la lezione della prima tappa è servita. Altro nome importante ad assaggiare l’asfalto, Tom Boonen. Il belga è rimasto in terra per diversi minuti prima di risalire in sella, stoicamente, con fianco e clavicola doloranti ma comunque all’arrivo.
Fabiano Polimeni