Reggio Calabria. Operazione Crimine e operazione Infinito, il gup Giuseppe Minutoli ha rinviato a giudizio 36 imputati, arrestati nell’ambito dell’operazione coordinata dalle Dda di Reggio Calabria e Milano, che nel luglio del 2010 ha visto in manette, complessivamente, oltre 300 persone tra la Calabria e il capoluogo lombardo. L’udienza per il rito ordinario è stata fissata per il prossimo 10 di novembre, e sarà celebrata davanti al Tribunale di Locri. Due persone sono state prosciolte dalle accuse, si tratta di Michele Palmigiano e Saverio Foti.
Tra le persone rinviate a giudizio, invece, figurano Mario Giuseppe Stelitani, ritenuto il capo del locale di Roghudi, Francesco “Ciccillo” Gattuso, Ernesto Mazzaferro, Antonio Commisso e Rocco Tassone.
Altri 118 imputati hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Per costoro il dibattimento celebrato dinnanzi al gup avrà inizio il 16 settembre prossimo.
L’inchiesta ”Crimine” ha svelato il nuovo volto della ‘ndrangheta: non più un insieme scoordinato di cosche, famiglie o ‘ndrine bensì, come hanno scritto i magistrati reggini, un’organizzazione di ”tipo mafioso, segreta, fortemente strutturata su base territoriale, articolata su più livelli e provvista di organismi di vertice”, questi ultimi prendono e ratificano le decisioni più importanti. Questa nuova ‘ndrangheta è suddivisa in tre ”mandamenti” (Tirrenico, Jonico e Città) all’interno dei quali agiscono le ”locali”, composte a loro volta dalle ‘ndrine e dalle famiglie. Il quarto mandamento è proprio quello della “Lombardia”, che dipende anch’esso dalla ”Provincia” o ”Crimine”, il vertice dell’organizzazione che risiede nella provincia di Reggio Calabria e che, da “statuto”, è chiamato a ratificare ogni decisione importante per la vita dell’organizzazione criminale.
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