Reggio Calabria. Sabato 9 luglio alle 18.30 è stata inaugurata alla “Galleria d’Arte Toma” la personale di Pino Romanò, pittore nato a Scilla ma che vive tra Roma e Monte Porzio Catone. Il pittore scillese all’età di 10 anni lascia Scilla per Messina dove frequenta gli studi classici e si laurea in Giurisprudenza. La sua passione per il disegno lo porta alla frequentazione dell’ambiente artistico messinese e successivamente ha modo di frequentare e visitare il mondo artistico milanese: gallerie, caffè (come il “Giamaica”), Brera ecc.. Si trasferisce per un periodo sulla costiera amalfitana, ma anche in Sardegna ed in Puglia. In seguito lo troviamo a Reggio Calabria dove frequenta l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Ugo D’Ambrosi. Pino Romanò dopo tanti spostamenti con la partecipazione a mostre collettive e personali trova il suo approdo nella città eterna. Con la sua pittura esprime i due suoi grandi amori, Scilla, che mai dimentica e quando può torna volentieri per una vacanza e le riserva un ruolo preminente nei suoi quadri pittorici, con il Castello dei Ruffo che si affaccia a picco sul mare, Marina grande, Chianalea caratteristico borgo marinaro, con le sue case battute continuamente dalla risacca, il suo piccolo porto sotto il castello rifugio per la marineria scillese con le loro caratteristiche palamitare per la pesca del pesce spada, le sue botteghe d’arte per la costruzione delle imbarcazioni da pesca (che in passato hanno utilizzando il legno del bosco della sua frazione di Solano. Il secondo amore di Romanò è Roma dove ha fissato ormai da anni la sua residenza e dove troviamo nelle sue opere il Tevere con i suoi ponti, l’isola Tiberina, i suoi scorci con la vista inconfondibile del “Cupolone “ e di Castelsantangelo, Nel suo studio romano anche quando la sua spatola immortala la città eterna, la sua mente non di rado naviga in quel tratto di mare dove Ulisse intuendo di restare incantato dalla sua bellezza per non cedere alla tentazione di interrompere il viaggio versi Itaca si fece legare all’albero maestro della sua nave.
Domenico Cambareri