Il 19 luglio alla Camera dei Deputati, con la discussione sulla legge contro l’Omofobia e la Transfobia Anna P.Concia (PD) e gli altri deputati firmatari, proveranno a non far bocciare l’ennesima richiesta di diritto alla giustizia ed all’uguaglianza sociale ed alla loro promozione e tutela. Condizione che in un paese europeo e democratico come dovrebbe dirsi l’Italia non dovrebbe più trovare ostacoli per “motivi abbietti e futili”, proprio gli stessi che vengono sbandierati dal PdL, UDC e Lega per porre la condizione di anticostituzionalità della richiesta di legge, come se non vi fosse necessità di normare seriamente ciò che da offesa spesso declina in atti violenti e persecutori.
Si mostra ignorante il nostro Parlamento nel momento in cui ignora tutti i riferimenti inerenti la pericolosità del fenomeno quando anche i dati più recenti pubblicati nel rapporto del 2009 dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali dimostrano che “l’omofobia e la transfobia sono fenomeni socialmente in piena diffusione nei paesi europei ed in molti casi tollerate se non sostenute apertamente da esponenti politici ed istituzionali.” Ancora si ignora il lavoro svolto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che è in preparazione con la discussione sulla proposta dell’Unione Europea di depenalizzazione universale dell’omosessualità, comprensiva della richiesta di una moratoria delle pene che molte persone nel mondo subiscono a causa della loro omosessualità o ancora il Parlamento Europeo dove è in preparazione una specifica direttiva sulla prevenzione e la lotta all’omofobia.
Si mostra ignorante il nostro Parlamento quando chiede la bocciatura di una legge che favorirebbe una categoria di persone “che si dicono tali per scelta” ignorando quanto detto il 17 maggio del 1991 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha dichiarato l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”. E se è vero che l’iter della Legge italiana ha avuto il suo stop in un articolo per aggiungervi alla “diversità per orientamento sessuale” anche la diversità per abilità (handicap), ci si chiede perché e come allora si sia resa necessaria negli anni la legiferazione in materia di disabilità su diversi fronti, se non fosse utile tutelare e difendere particolari condizioni di offesa e riconosciute non osservazioni che rendono una società civile ed accessibile a tutti. L’equiparazione dovrebbe essere completa e coerente.
Si mostra ignorante il Parlamento Italiano se rincorre falsi motivi, arretratezze culturali ed istituzionali quando la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) all’articolo 1 recita: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”. E all’articolo 21 ribadisce: “E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”.
Si mostra come sempre ignorante e contro la Costituzione della Repubblica Italiana (art. 3) che stabilisce: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo nostro Paese sembra ormai disponibile a rimuovere solo i diritti ad personam dei governanti della malapolitica e dei signori della P4, sembra interessarsi della politica dell’Europarlamento solo per i mercati finanziari e della stabilità della Borsa.
Si tratta di un’ignoranza che spesso si copre dietro osservanze ad un mondo cattolico che oggi per il fatto di sapersi attivo in una società laica e civile, mai può permettersi di retrocedere sui diritti alla dignità umana ed alla difesa della persona.
Per questo crediamo fermamente che tutte le forse politiche riformiste, i movimenti e le organizzazioni civili non possano che testimoniare la condivisione ed il percorso dell’iter Parlamentare, la presenza ai sit-in fuori della Camera ed in tutte le città dove si promuoveranno iniziative il 19 luglio, unendoci alle altre presenze aderiamo certamente all’appello dell’ass.ne Arcigay anche a Reggio Calabria al sit-in davanti alla Prefettura.
F.Gigliotti, C.Nava
dirigenti PD Calabria, CambiaL’Italia