Fondazione Campanella. Salerno, Dattolo e Parente: “Centinaia di lavoratori a rischio per cavilli di cui ci si ricorda solo ora”

Reggio Calabria. In merito agli sviluppi della situazione della fondazione Campanella, il presidente della Commissione Sanità, Nazzareno Salerno, il segretario della Commissione Sanità, Claudio Parente, e il presidente della Commissione Ambiente, Alfonso Dattolo, dichiarano quanto segue:

“E’ davvero insostituibile il ruolo svolto finora dal polo oncologico di Germaneto, che ha costituito un’ancora di salvezza per tanti malati che, altrimenti, avrebbero dovuto far fronte ad ulteriori scompensi per affrontare vicende che già di per sé si caratterizzano per enormi difficoltà. Grazie alla Fondazione ‘Campanella’, che costituisce un centro d’eccellenza per la sanità calabrese, è stato posto un freno all’emigrazione sanitaria riuscendo a fornire servizi di qualità con l’ausilio di professionalità valide che quotidianamente danno prova della loro preparazione, del loro spirito di sacrificio e delle loro doti umane. Condividiamo il progetto di trasformazione in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifici ma, non entrando nel merito dei ritardi accumulati per raggiungere questo obiettivo, ci rendiamo conto che costituiscono delle priorità sia la salvaguardia della continuità di servizi che altrimenti rischierebbero di essere attenuati o addirittura di svanire sia la tutela del posto di lavoro di chi si contraddistingue per la propria competenza e la propria serietà professionale. Peraltro, in un momento in cui si sottolinea l’esigenza di trattenere i ‘cervelli’ nella nostra regione, sarebbe un grave errore penalizzare o costringere allo spostamento al di là dei confini regionali chi rappresenta il protagonista della bontà delle prestazioni e del recupero di credibilità del sistema sanitario calabrese. Individuare le giuste soluzioni costituisce un compito irrinunciabile per chi ha a cuore le sorti di questa terra e a prescindere dalla scadenza della proroga (30 settembre) delle attività e dall’eventuale assorbimento dei reparti del polo oncologico da parte del ‘Mater Domini’, non si può non pensare al destino di 247 lavoratori che si sono spesi per rendere effettivamente funzionale il progetto della ‘Campanella’ e che ora – e solo ora che ci si è ricordati dei cavilli e degli aspetti giuridici delle modalità di assunzione – rischiano di vedersi estromessi dallo svolgimento delle loro mansioni mentre i cittadini-utenti rischiano di veder disperso un raro patrimonio di conoscenze ed esperienze. È un pericolo che noi calabresi non possiamo correre. Così come tutto ciò si potrebbe ripercuotere sulla formazione degli studenti e degli specializzandi, con il rischio, altresì, di possibile disattivazione delle Scuole di specializzazione relative alle discipline attualmente attive nella Fondazione. E, d’altronde, non possiamo accettare che si rivendichi, per interessi campanilistici, il mantenimento di ospedali decadenti e non si spenda una parola per difendere un punto di forza del sistema sanitario che trova nei suoi dipendenti una sorgente di sicurezza nel cura del cittadino e nel supporto alle famiglie dei malati. Riteniamo dunque doveroso intervenire per garantire un domani a ciò che è l’emblema positivo della nostra sanità”.

 

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