Operazione Azzardo. Gli interessi della ‘ndrangheta nella gestione delle sale giochi e delle scommesse on line

Reggio Calabria. È stato molto importante il contributo fornito da un imprenditore che si è ribellato alle regole del pizzo, per consentire ai Carabinieri del Comando Provinciale di arrestare tre soggetti ritenuti contigui alla criminalità organizzata, in ottemperanza ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina per il reato di tentata estorsione aggravata dall’aver favorito un’organizzazione mafiosa.
Le persone fermate sono:

Le indagini hanno tratto spunto dalla denuncia di un titolare di una sala di scommesse on-line di Pellaro che, esasperato dalle ormai continue vessazioni e minacce cui era costretto a sottostare, ha collaborato pienamente con i Carabinieri e la Direzione Distrettuale Antimafia, collegando tutti i numerosi episodi criminali di cui era stato vittima dal 1993, consentendo di accertare che i mandanti erano tutti riconducibili alle cosche cittadine della ‘ndrangheta; al culmine della spirale di violenza, lo scorso mese di febbraio l’imprenditore era stato anche vittima di un tentativo di omicidio, avvenuto in prossimità di uno svincolo della SS 106 in località San Gregorio, non andato a buon fine solo per un caso fortuito in quanto i proiettili esplosi contro di lui si erano fermati sulla carrozzeria dell’autovettura su cui viaggiava.
Nel corso delle conseguenti attività di indagine, è stato accertato il tentativo di estorsione posto in essere dai soggetti fermati che, lo scorso mese di marzo, presentandosi come parenti mandati da storici appartenenti a cosche di ‘ndrangheta del capoluogo, tentavano di imporre all’imprenditore l’utilizzo di un particolare software illegale per il gioco del poker on-line; al diniego manifestato, i tre minacciavano gravi ripercussioni da parte della ‘ndrangheta per il mancato rispetto del dictat imposto.
Le indagini hanno consentito di ricostruire sia i legami con le cosche “Ficara –Latella” e “Ficareddi”, operanti nella zona sud della città, sia il progetto dell’attività criminale posta in essere dai tre e dedita all’acquisizione diretta ed indiretta di diverse sale scommesse, dove veniva imposto l’uso del software, dal quale ottenevano forti guadagni da reimpiegare verosimilmente nel sostegno delle organizzazioni criminali. Per tale ragione dalle prime ore di questa mattina sono in corso anche numerose perquisizioni in sale scommesse che si ritiene possano aver subito la stessa imposizione.
L’odierno episodio assume un particolare valore in quanto registra un’ulteriore piena collaborazione tra le Istituzioni e gli imprenditori vittime della criminalità organizzata e pertanto rappresenta la conferma del cambiamento in atto nella città di Reggio Calabria. Questa collaborazione, unitamente alle ulteriori e nuove auspicate dagli inquirenti, consentirebbero di fare luce, con maggiore completezza, su un fenomeno criminale in rapida diffusione che vede le cosche sempre più interessate all’acquisizione di un settore imprenditoriale che consente oltre a cospicui introiti, anche la possibilità di facile riciclaggio dei proventi illeciti.

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