Video. Operazione Azzardo: la conferenza stampa

Reggio Calabria. È stato molto importante il contributo fornito da un imprenditore che si è ribellato alle regole del pizzo, per consentire ai Carabinieri del Comando Provinciale di arrestare tre soggetti ritenuti contigui alla criminalità organizzata, in ottemperanza ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina per il reato di tentata estorsione aggravata dall’aver favorito un’organizzazione mafiosa.
Le persone fermate sono: Gennaro Gennarini, 40enne nato a Melito Porto Salvo, residente a Reggio Calabria, con precedenti per numerosi reati ed anche per associazione di tipo mafioso, considerato dagli inquirenti contiguo, anche per legami di parentela con la cosca “Ficara Latella”, per essere il cognato di Giuseppe Ficara (cl.66) e Vincenzo Ficara (cl. 69) di cui ha favorito al latitanza, nonché genero di Giovanni Ficara (cl. 44) inteso “il gioielliere”; nipote di Pasquale Latella (52) Giacomo Latella (56) e Antonino Latella (49); Vincenzo Nettuno, 32enne nato a Reggio Calabria e residente nel capoluogo, con precedenti per vari reati ed anche per associazione di tipo mafioso, considerato dagli inquirenti contiguo alla cosca dei “Ficareddi”, per essere il fratello di Letterio Nettuno (1975) ritenuto appartenente alla cosca dei “Ficareddi”; Terenzio Minniti, 27enne nato a Reggio Calabria e residente nella zona sud del capoluogo, incensurato, ma ritenuto vicino alla cosca “Ficareddi”, per esser stato più volte controllato con suoi affiliati.
Le indagini hanno tratto spunto dalla denuncia di un titolare di una sala di scommesse on-line di Pellaro che, esasperato dalle ormai continue vessazioni e minacce cui era costretto a sottostare, ha collaborato pienamente con i Carabinieri e la Direzione Distrettuale Antimafia, collegando tutti i numerosi episodi criminali di cui era stato vittima dal 1993, consentendo di accertare che i mandanti erano tutti riconducibili alle cosche cittadine della ‘ndrangheta; al culmine della spirale di violenza, lo scorso mese di febbraio l’imprenditore era stato anche vittima di un tentativo di omicidio, avvenuto in prossimità di uno svincolo della SS 106 in località San Gregorio, non andato a buon fine solo per un caso fortuito in quanto i proiettili esplosi contro di lui si erano fermati sulla carrozzeria dell’autovettura su cui viaggiava.
Nel corso delle conseguenti attività di indagine, è stato accertato il tentativo di estorsione posto in essere dai soggetti fermati che, lo scorso mese di marzo, presentandosi come parenti mandati da storici appartenenti a cosche di ‘ndrangheta del capoluogo, tentavano di imporre all’imprenditore l’utilizzo di un particolare software illegale per il gioco del poker on-line; al diniego manifestato, i tre minacciavano gravi ripercussioni da parte della ‘ndrangheta per il mancato rispetto del dictat imposto.

Nel video la conferenza stampa tenuta dal Procuratore Giuseppe Pignatone presso il Comando provinciale dei Carabinieri.

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