Cosenza. Invasioni cinema: per l’incendio a Tiburtina slitta ad altra data il film di domani “La notte dei girasoli”, sostituito da “Ma che Storia…”

Cosenza. L’incendio verificatosi la notte scorsa a Roma alla stazione Tiburtina, che sta causando ritardi e sconvolgimenti negli orari dei treni, provoca anche un piccolo cambiamento di programma ad “Invasioni”. Non riuscirà, infatti ad arrivare in tempo il film “La notte dei girasoli” di Jorge Sánchez – Cabezudo, programmato per domani, 25 luglio, alle 21,30 all’Arenella per la rassegna “Cinema…amore mio”. L’organizzazione ha quindi deciso di proiettare il film “Ma che Storia…” di Gianfranco Pannone, 80 minuti sull’Unità d’Italia. “La notte dei girasoli” sarà comunque recuperata in altra serata, che verrà comunicata.

Di seguito la recensione di Ada Guglielmino dal sito www.nonsolocinema.com:

Che fatica raccontare 150 anni di storia italiana, dal Risorgimento a oggi, concentrandola in soli 77 minuti. Ci prova, e ci riesce con efficacia, il regista Gianfranco Pannone, con la complicità di uno staff tecnico che lo stesso regista ha più volte ringraziato in conferenza stampa, in primis il montatore Angelo Musciagna e l’etnomusicologo Ambrogio Sparagna, e con una lunga e meticolosa ricerca all’interno degli Archivi Luce, “pieni di incredibili sorprese e piccoli gioielli” secondo quanto dichiarato dallo stesso regista. In questo 2010 così prossimo ai 150 anni dell’unità d’Italia a Venezia il cinema italiano prova a costruire delle narrazioni partendo dal repertorio: lo ha fatto Gabriele Salvatores con il suo tenero 1960 e ci ha provato, anche se con un risultato non sempre brillante, Piergiogio Gay con Niente Paura, entrambi Fuori Concorso. Sul versante del cinema di finzione in concorso c’è Noi Credevamo, di Mario Martone, con il suo affresco sul Risorgimento: si respira una gran voglia di guardare al passato per cercare di comprendere il presente. Pannone conferma la sua bravura arricchendo il documentario con un suo personale, affettuoso e ironico sguardo su un paese “incapace di mettersi in discussione”, ma sempre pronto a discutere e polemizzare. In questo lungo viaggio spaziale e temporale su è giù per l’Italia si alternano documentari e cinegiornali, che raccontano non solo il paese degli statisti, quelli che hanno fatto la “Storia”, ma l’Italia della gente, degli scrittori (con brani letti, tra gli altri anche da Leo Gullotta e Ugo Gregoretti), e soprattutto, della musica toccando sempre diversi aspetti e sottolineando la ricchezza del nostro patrimonio antropologico. La musica diventa quindi un elemento essenziale: Ambrogio Sparagna ha recuperato non solo materiale di archivio, ma ha attinto al repertorio di alcuni gruppi attivi nella ricomposizione del patrimonio orale. Il principio da cui si parte è che dietro a ogni volto c’è una storia: l’operazione non solo recupera eredità spesso trascurate e erroneamente sottovalutate, ma diventa il collante della cultura e delle tradizioni dell’Italia tutta. E’ quindi auspicabile che venga fatto conoscere soprattutto ai giovani e che rientri a pieno titolo tra le opere filmiche che dovranno essere prese in considerazione nell’ambito delle prossime celebrazioni prossime dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

 

 

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