Depurazione. Magarò: “C’è chi vuole buttarla in caciara, ma non è colpa di Scopelliti se il mare è sporco”

Reggio Calabria. “La salvaguardia del nostro mare, quale bene prezioso di fondamentale importanza economica e cultura, non può esaurirsi nell’inutile calderone delle polemiche tout court. Se questo approccio continuasse, provocherebbe alla Calabria un danno incalcolabile”. Lo sostiene Salvatore Magarò, consigliere regionale della Lista Scopelliti-Presidente e presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta. Ad avviso di Magarò: “Le polemiche, specie quando sono fatte dalle solite Cassandre, abituate a minimizzare i problemi quando ricoprivano ruoli di responsabilità politica e a drammatizzarli ora che sono stati bocciati dall’elettorato calabrese, servono soltanto a gettare fumo negli occhi di chi non conosce la storia della Calabria o, peggio, a dirottare turisti e interessi organizzati del settore verso altre destinazioni”. Spiega Magarò: “Il Piano per la depurazione, con l’ingente mole di finanziamenti europei nella misura di 38 miliardi e 210 mila di euro, finalizzato a risolvere una volta per tutte e senza nulla concedere alle compromissioni di un tempo, le incongruenze e la disfunzioni dei depuratori, dopo anni ed anni di lungaggini, tira e molla e sovrapposizioni di competenze, è la dimostrazione che fin dall’insediamento di questa legislatura regionale che ha ereditato problemi gravosi a non finire, sia il presidente Scopelliti che la maggioranza che lo sostiene, hanno piena consapevolezza dei problemi ambientali che affliggono la Calabria e ben chiara la posta in gioco”. “Il presidente Scopelliti – puntualizza Magarò – dinanzi ad una molteplicità di problemi che hanno più radici e spesso investono direttamente la capacità di strutturare, in maniera razionale, l’accoglienza da parte di chi opera in questo campo, sta facendo di tutto e sta svolgendo la sua funzione ottimamente. Se si intende essere seri – ecco la proposta di Magarò – e se non si vuole soltanto buttarla in caciara per sostenere una parte politica contro l’altra, occorre riscoprire una nuova cultura di governo della cosa pubblica che finora in Calabria è interamente mancata. Qui nessuno è fesso. Dobbiamo iniziare a rendercene tutti conto. Non è colpa di Scopelliti, se il mare, qui e là è sporco. Le cause sono remote, presenti e variegate. A noi tutti, insieme a quella forze politiche d’opposizione che intelligentemente si adoperano per proporre soluzioni anziché demolizioni, insieme alle forze ambientaliste che non vogliano limitarsi esclusivamente a fare catastrofismo, spetta recuperare pratiche di buona amministrazione e una nuova eticità della spesa pubblica. A partire proprio dall’emergenza più visibile – e gravida di conseguenze per una regione che come la Calabria sul turismo si gioca buona parte del suo patrimonio – che è quella del mare pulito, delle spiagge linde e insomma di un ambiente a misura d’uomo, dignitoso e in grado di offrire al turista che scegli la Calabria il glorioso giacimento culturale e naturalistico di cui disponiamo”

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