Operazione Ortro. Santo Cuzzola “accreditato” da Antonino Lo Giudice presso il boss Pasquale Condello

di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Sono due gli interrogatori del boss Antonino Lo Giudice, collaboratore di giustizia, che hanno permesso alla Procura distrettuale di “inforcare” gli occhiali sulle attività del gruppo “Ottica Cuzzola”. Il boss pentito ha parlato dei rapporti tra Santo Cuzzola e il boss Pasquale Condello, detto “il supremo”, arrestato nel febbraio 2008 dopo 18 anni di latitanza, negli interrogatori del 4 novembre 2010 e del 28 giugno 2011.
Nel corso del primo interrogatorio, Lo Giudice ha fornito elementi probatori a carico dell’imprenditore reggino Santo Cuzzola. In particolare Lo Giudice ha riferito di essersi occupato in prima persona “ad accreditare” Santo Cuzzola presso Pasquale Condello.
A seguito dell’interessamento del noto boss, si legge nel decreto di sequestro preventivo firmato dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, l’imprenditore avrebbe aperto nuovi punti vendita sul territorio provinciale, e non solo.
Queste le dichiarazioni di Antonino Lo Giudice:
… lo portai io da Santo Cuzzola tramite mio fratello Luciano e quindi… Pasquale Condello qualsiasi persona è stato portato e che a lui diciamo poteva pensare che ne potrebbe ritrarre, giusto? Diciamo, una cosa buona per lui allora iniziava diciamo una ramificazione ecco, e allora… e allora credo, sono certo che dopo, diciamo, che lui se ne andò da questo Santo Cuzzola prese contatti indiretti… diretti con… contatti diretti con questo Cuzzola e che credo ancora tutt’oggi abbiano i Condello interessi con questo Santo Cuzzola”, precisando ulteriormente “allora questo Santo Cuzzola ha parecchie, parecchi, punti vendita di occhiali di cui Pasquale Condello gli fece prendere uno stand a Villa San Giovanni dove c’era il Mercatone…“.

Oltre a ciò, Lo Giudice ha rivelato che alcuni parenti del “supremo” sarebbero stati stabilmente impiegati presso le attività commerciali gestite da Santo Cuzzola e dai suoi familiari. In particolare Lo Giudice ha raccontato di avere riscontrato la presenza di alcuni appartenenti alla famiglia Condello all’interno del punto vendita sito sul Corso Garibaldi del capoluogo, e all’interno di un centro commerciale a Siderno, poi individuato nel “Parco Commerciale I Gelsomini”, ubicato nel comune di Bovalino, limitrofo a Siderno. Ma torniamo alle parole di Lo Giudice: “… e poi ha un altro, diciamo, un altro negozio sul Corso Garibaldi..” … omissis … “… di cui là dentro c’era un Condello che gestiva la cosa, questo negozio, e poi in un’altra occasione che io sono andato per lavoro con questo Stefano Costantino a Siderno di cui c’è un supermercato, un grande Centro Commerciale e notai così per caso che là dentro c’era un altro Condello in questo negozio di ottica“.

Sulla scorta delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, gli investigatori hanno così avviato un’attività di riscontro, accertando sin da subito la conoscenza personale di Santo Cuzzola con la famiglia di Antonino Lo Giudice. Vi è un atto di compravendita di un immobile, sito a Reggio Calabria in via Missori n. 25/a-b, datato 28.3.2007, col quale l’immobile è stato ceduto da Cuzzola al boss Luciano Lo Giudice, fratello di Antonino. Immobile, peraltro, presso cui Luciano Lo Giudice aveva già stabilito la propria attività di bar-pasticceria fin dall’anno 1999. Da questa relazione economica, quindi, gli investigatori hanno tratto un iniziale riscontro alle parole di Antonino Lo Giudice, il quale aveva riferito di aver presentato Cuzzola a Pasquale Condello proprio grazie all’intercessione di suo fratello Luciano. Ma vi è di più. Gli inquirenti hanno scoperto che la moglie di Santo Cuzzolam Alessandra Garufi (anch’ella indagata nel medesimo procedimento), è legata da vincoli parentali alla famiglia acquisita del latitante Domenico Condello, e di conseguenza anche alla famiglia di Pasquale Condello. La donna, infatti, è la cognata di Florinda Richichi, sorella di Roberto Richichi, futuro sposo della nipote del latitante inteso “Micu u pacciu”.

Continuando a indagare su Cuzzola, gli inquirenti hanno ricostruito l’exploit del gruppo omonimo. Fino al 2002 l’unica attività commerciale era quella storica, avviata dal padre dell’imprenditore, ubicata sul Corso Garibaldi al civico 384. Dal 2002, invece, improvvisamente Santo Cuzzola ha iniziato ad aprire numerosi punti vendita e filiali sul territorio reggino. Quell’anno è un altro tassello nel puzzle ricostruito dagli investigatori, perché è proprio in quel periodo storico che il collaboratore di giustizia fa risalire l’interessamento di Pasquale Condlelo nelle attività economiche gestite da Santo Cuzzola.

I Condello impiegati nei negozi del gruppo

Sono due gli appartenenti alla famiglia Condello impiegati nei negozi del gruppo, Giovanna Condello e Francesco Condello, entrambi cugini di Pasquale Condello. La prima risulta stipendiata dall’azienda “Ottica Cuzzola Group 2 srl” dal mese di ottobre 2003, presso il punto vendita nel centro commerciale “La Perla dello Stretto” a Villa San Giovanni; dal mese di novembre 2010 invece la donna risulta impiegata presso la “Alsa srl” di proprietà della moglie di Cuzzola. Francesco Condello, invece, è impigato dal mese di novembre 2003 fino al mese di giugno 2007 presso il punto vendita di Melito Porto Salvo. Egli stesso, dal 2008 al 2010 risulta poi impiegato presso l’Ottica Cuzzola Group srl senza alcuna indicazione della sede.

La messa in liquidità per la “crisi economica”

Quanto allo stato di liquidazione delle società del gruppo, gli inquirenti ritengono che la reale causa non fosse la “crisi economica” addotta ufficialmente, ma la concomitanza dell’arresto di Luciano Lo Giudice e  soprattutto il pentimento di Antonino Lo Giudice. Sarebbe per questo, per timore di incorrere come invece è avvenuto oggi, nel sequestro dei beni, che secondo l’accusa Santo Cuzzola avrebbe deciso di cedere fittiziamente la gestione delle proprie attività commerciali.

La telefonata: “Vorrei parlare col titolare”… e risponde Santo Cuzzola

Tra le varie telefonate intercettate, ve n’è una che secondo gli inquirenti riveste particolare significato. Alle ore 18.34 del 27 maggio 2011 un fornitore contatta l’utenza telefonica del punto vendita di via Vittorio Emanuele chiedendo di poter parlare con il “titolare”; senonché alla chiamata ha risposto Santo Cuzzola, il quale ha confermato di essere il responsabile accordandosi poi per un incontro con il fornitore per il mercoledì seguente presso quello stesso punto vendita. Oltre a questa, ve n’è una in cui il fornitore, preoccupato sulle notizie della messa in liquidazione, chiede esplicitamente a Santo Cuzzola se il nuovo titolare sulla carta “è cosa tua”? Ottenendo risposta affermativa.  E ancora il caso di un fornitore che chiede al telefono a chi debba inoltrare la fattura, ricevendo l’indirizzo email di Santo Cuzzola.

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