Catanzaro. Di seguito una nota di Sergio Genco, segretario generale Cgil Calabria.
La reazione del presidente della III Commissione sanità alla conferenza stampa della CGIL è una reazione scomposta che poco si addice al profilo istituzionale che ricopre. Un soldato in trincea, votato alla causa, che non sa che per la Cgil non ci sono guerre da combattere o da vincere facendo uso distorto dei fatti, ma la limpidezza e la trasparenza di tenere alti momenti di confronto e di denuncia che fanno parte delle prerogative di rappresentanza di interessi sociali collettivi. A maggior ragione, con la determinazione e la convinzione che serve, quando gli interessi in campo sono quelli da cui discendono diritti fondamentali come il diritto di cura dei calabresi. Quei diritti oggi, checché ne pensi il presidente Salerno ed il suo fumus persecutionis, sono fortemente compromessi. Da anni la Cgil lancia disperati gridi di allarme prima alla destra di Chiaravalloti, dopo alla sinistra di Loiero, oggi per la sua parte, alla destra di Scopelliti. Senza sconti per nessuno. Da anni la Cgil ed i suoi dirigenti, non sappiamo invece dove fosse Salerno, denuncia i rischi di implosione del sistema, di crescita dello stato debitorio, di pervasività di interessi criminali, di lobby sanitarie, di uso distorto della sanità per la costruzione del consenso, di privilegi di primariati e camici bianchi, di necessità di dare alla sanità regionale una profonda riforma strutturale accompagnata dalla giusta ripartizione delle risorse nazionali. Da un anno la Cgil chiede al presidente Scopelliti di correggere l’azione del piano di rientro per renderla più equa, rigorosa e calzante alle compatibilità finanziarie ed alle necessità sanitarie dei territori. Il Tavolo Massicci, la Commissione d’inchiesta Parlamentare Orlando, la Corte dei Conti, non altri, confermano la consistenza oggettiva dei rilievi fin qui posti dalla Cgil. L’annullamento delle ultime delibere al tavolo Massicci ne sono l’ultima riprova. Questo è o no un dato di fatto? Se il presidente Salerno per qualche minuto svestisse i panni del tifoso da curva ultrà e decidesse di dedicare del suo tempo a cosa la Cgil ha fatto nell’ultimo decennio sulla sanità avrebbe da recuperare un lavoro intenso e spesso solitario di segretari regionali confederali e di categoria, sino a quello ultimo della segretaria regionale Mimma Iannello che dall’ottobre del 2009, non da prima, ne ricopre l’incarico con la competenza ed il senso di responsabilità che contraddistingue la sua attività sindacale, senza dogmi ideologici o timori di riverenza per alcuno. Così vale per il Segretario generale della F.P. CGIL Alfredo Iorno che segue con altrettanta competenza ed equilibrio il mondo del lavoro della sanità pubblica e privata in una fase difficile in cui si scaricano le contraddizioni della politica, dove c’è da seguire i processi di riconversione sanitaria, da dare risposte al precariato pubblico, da assicurare il salario alle centinaia di lavoratori della sanità privata e delle strutture socio-assistenziali accreditate che in numerose realtà hanno accumulato mesi di arretrati di cui evidentemente il Salerno non ha cognizione perché troppo impegnato a fare in simultanea da portavoce dell’Aiop ed a difendere quel Patto di legislatura invalidato dal tavolo Massicci non per vizi di forma ma per evidente conflittualità dei suoi contenuti agli obblighi del piano di rientro. Non è perciò casuale che la Cgil, in virtù della credibilità dell’azione che mette in campo quotidianamente è riferimento non solo dei propri iscritti ma di quanti vedono mortificati i propri diritti di cura. E’ per l’azione corretta e autentica, svolta dal suo gruppo dirigente, e non per l’alterazione dei fatti, che la Cgil può vantare credibilità e autonomia politica per agire con equilibrio e rigore attraverso gli strumenti della denuncia, della rivendicazione, della proposta e del confronto con ogni livello istituzionale. Detto ciò, nel merito delle reazioni scomposte di Salerno la Cgil conferma il proprio giudizio politico, di forma e di sostanza che è quello esposto in sede di conferenza stampa da Iannello e Iorno che è sempre di più il giudizio di molta parte dei calabresi che non accettano che mentre sono caricati sulle loro spalle i costi del risanamento nel frattempo si consumino risorse preziose per super consulenze o situazioni ibride create dalla politica. La CGIL sa bene da quando ha inizio il rapporto con l’Advisor KPMG, ne conosce i costi dal 2008 al 2010 e quelli sino a dicembre 2011 e sa chi dovrebbe svolgere le funzioni di rendicontazione economica-finanziaria nelle ASP e nelle A.O.. La Cgil conosce i costi previsti per la consulenza di Infrastrutture Lombarde Spa su cui saranno altri a valutare se la Convenzione risponde a norma e se è giusto scaricarne i costi milionari sui calabresi. La Cgil conosce i costi sostenuti dalla sanità pubblica per tenere in vita da anni ed in forma giuridica ibrida, la Fondazione Campanella. La Cgil conosce le realtà della sanità privata fatta di imprenditori seri e capaci, ma anche di gente che improvvisa business sanitari senza alcun capitale di rischio e vive di sole rimesse pubbliche al punto da tenere sotto scacco per mesi i propri dipendenti senza stipendio e nel mentre operano ad oggi a 7 mesi su 12 d’esercizio senza la firma dei contratti con le Asp. La Cgil conosce e denuncia senza imbarazzo, le responsabilità che stanno a destra e quelle che stanno a sinistra. Sa dell’impegno e del coraggio che serve per risanare e riqualificare la sanità regionale, proprio per questo ne ha sempre colto per la sua parte e con coerenza la sfida al cambiamento. Infine, sui super ticket, per amor di patria, si abbia il coraggio di dire ai calabresi che non sono scelte obbligate, ma il volere di un Governo nazionale di tagliare il Welfare e quindi i diritti dei cittadini, scelta verso cui la Calabria ha mostrato, diversamente da altre Regioni, un atteggiamento di resa. Questo suona male al presidente Salerno, ma i cittadini calabresi hanno chiaro come stanno le cose. In tutti questi anni abbiamo visto tante figure come Salerno e purtroppo abbiamo assistito al massacro ed al dissesto della sanità, travolta non dai bisogni delle nostre comunità, ma da una moltitudine di interessi. La Cgil continuerà a viso aperto la sua azione di denuncia senza timori reverenziali per alcuno e proseguirà la sua battaglia per sostenere gli interessi genuini di salute delle comunità calabresi.