Come purtroppo avevamo già previsto ad Aprile, il continuo movimento migratorio diretto verso le coste italiane, che il trattato di Schengen riconosce come frontiera esterna, non ha interessato soltanto la famosa isola di Lampedusa, ma anche le meno note coste Calabresi. Tra Guardavalle e Ferruzzano marina, circa un centinaio di chilometri di costa ricadenti nelle competenze territoriali dei Commissariati di Siderno e Bovalino operano solo cinque persone addette all’ufficio immigrazione di Siderno che, con mezzi inadeguati, si occupano quotidianamente di portare avanti l’attività “ordinaria” amministrativa e la gestione delle “emergenze”. Le più famose coste Crotonesi hanno invece visto aumentare gli sbarchi e l’accoglienza di migranti, senza che, a questa “emergenza nazionale”, sia seguita da parte del Governo e di tutte le autorità coinvolte, una risposta sul campo che si possa definire almeno sufficiente, incrementando uomini e mezzi nello specifico settore per porre in essere le dovute misure organizzative e di sicurezza. Tale politica si è rivelata un vero disastro umanitario e territoriale, con conseguenze inaccettabili per le forze dell’Ordine e per i cittadini Calabresi. Prima al centro di Mineo, ieri a Bari e Crotone. Forse qualcuno che se ne doveva occupare non aveva previsto che un discreto numero di disperati avrebbe potuto mettere in ginocchio città come Bari e Crotone. Tutti gli Italiani e non solo, dovrebbero ringraziare i Poliziotti che nonostante un modesto equipaggiamento e con mezzi ormai inadeguati, sono riusciti ancora una volta a riportare la situazione sotto controllo, evitando, al prezzo della loro stessa incolumità, annunciate e immani tragedie.
Quello che è accaduto ieri a Crotone e prima a Bari e Mineo, è l’evidente fallimento delle politiche sull’immigrazione e sulla sicurezza poste in essere da questo Governo. Il Questore di Crotone, a suo tempo, aveva avuto assicurazioni e le aveva date a noi del SIAP. Alla luce delle recenti novità non è più possibile però credere alle promesse fatte dal Viminale. I rinforzi vanno inviati immediatamente a Crotone e non solo, in modo che i Questori possano agevolmente e in sicurezza, con uomini e mezzi, adeguare tali servizi evidentemente inefficienti. Inoltre va detto che gli operatori di Polizia, oltre a dipendere dai dirigenti locali, si devono confrontare e rispondere al dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura che a sua volta, sentito il Questore, si interfaccia con gli uffici preposti della Direzione Centrale dell’Immigrazione, che a sua volta monitorizza e informa del fenomeno le Autorità Nazionali che a loro volta informano quelle internazionali, che a loro volta dovrebbero prendere le dovute determinazioni… Questo comporta che i migranti, scontrandosi con la burocrazia nazionale, cui si aggiunge quella internazionale, perdano la pazienza e il tutto si riduca poi a meri problemi di ordine pubblico da risolvere con reparti schierati. Tutto ciò crea disagio e frustrazione a chi, sul campo, si vede solo, sia esso un Funzionario di Polizia o l’ultimo degli Agenti che, di fronte a gente bagnata, disperata, da accogliere, soccorrere, rifocillare e poi identificare e a volte fermare ed arrestare, viene anche mortificato nella sua professionalità, non ricevendo il supporto necessario allo svolgimento dei compiti d’Istituto. E’ assolutamente inaccettabile che molti colleghi siano rimasti feriti, alcuni gravemente, che cittadini e turisti siano rimasti coinvolti dalle gravi difficoltà riscontrate da chi è preposto a gestire l’ordine pubblico, “risoltesi” con una vera e propria rivolta di immigrati, per certi versi annunciata dagli operatori del settore. Manca personale in numero sufficiente presso le strutture preposte all’accoglienza, manca di fatto un coordinamento di forze sul campo che permetta in tempi brevi l’invio di personale in ausilio dall’Ufficio Immigrazione delle Questure, mancano gli interpreti, le postazioni mobili di foto segnalamento e rilevamento biometrico interfacciabile col sistema A.F.I.S., l’estensione del sistema TETRA per le comunicazioni a tutti i Reparti e forze di Polizia, il supporto della protezione civile e di enti assistenziali e non da ultimo le strutture idonee al contenimento, sia pur temporaneo, dei cittadini extracomunitari. Insomma occorre che chi spende i soldi sappia come e dove spenderli e non gravare esclusivamente sui cittadini senza avere i risultati attesi in ordine di sicurezza. Ma purtroppo viviamo in un paese dove le colpe alla fine si riversano sempre sui più indifesi e non parliamo solo di immigrati ma di Cittadini e soprattutto di Poliziotti, quelli che prendono i sassi in faccia, gli sputi, le ingiurie e tanto altro…una sorta di ammortizzatori istituzionali dove arrivano i problemi irrisolti degli altri. E’ dunque necessario rispetto per tutti, certo, Poliziotti inclusi, i quali sono Cittadini di questo Paese come tutti gli altri, un Paese dove anche gran parte dei mezzi di informazione reagisce spesso con un alzata di spalle davanti al numero dei feriti tra le forze dell’ordine, che sanno solo focalizzare l’uso della forza, necessario e legittimo in alcuni momenti, da parte della Polizia. E il racconto dei fatti che molti hanno fatto ieri è un ulteriore conferma! Il nostro auspicio è che arrivi il momento che tutti inizino ad indignarsi seriamente! Ad oggi, la materia immigrazione, riguarda “l’ordinaria amministrazione” di un centinaio di comuni Calabresi e la gestione “emergenze” del fenomeno immigrazione clandestina ricade esclusivamente su pochi operatori di Polizia. Il SIAP manifesta la massima solidarietà a tutti i colleghi feriti degli Uffici di Polizia Calabresi, Pugliesi e del Reparto Mobile di Taranto ed alle loro famiglie, promettendo loro che questa Organizzazione Sindacale non rimarrà in silenzio di fronte a fatti di tale gravità!
Il Segretario Generale Regionale
Antonino Tigano