In origine fu la X-Bow, due posti iper-sportiva made in Ktm, fino ad allora conosciuta sì per le sue sportive, ma con due ruote in meno e un manubrio al posto del volante. Grazie al telaio figlio della struttura di Giampaolo Dallara e un bel 2 litri turbo preso a Ingolstadt, il costruttore austriaco sfornò una supersportiva: zero compromessi, design estremo, ogni dettaglio a ispirare la pista.
Ecco, tanti saluti al vestito spigoloso, eccessivo, buono per girare in pista ma con qualche moscerino di troppo da dover ingoiare nella guida di “ogni giorno” – ammesso che la si potesse realmente utilizzare ogni giorno, la X-Bow – . Resta il telaio in carbonio, ma il vestito è mozzafiato. Arriverà a Francoforte in settembre l’Alfa Romeo 4 C, che numericamente fa metà 8 C, ma le prestazioni si annunciano comunque eccezionali. C’è l’ufficialità di un “teaser”, che anticipa la produzione della due posti ad alte prestazioni, dopo che in marzo al Salone di Ginevra era arrivata come concept-car per capire il riscontro del pubblico.
E con quel vestito lì, non può che lasciare senza fiato l’Alfa Romeo 4C: linee morbide, con il frontale inconfondibilmente Alfa, dominato dallo scudetto al centro che è il “cuore del design” frontale. Richiamo ai 150 anni dell’Unità d’Italia negli specchietti, con il guscio in carbonio a vista e la bandiera tricolore a ribadire la paternità di quella che è l’eccellenza stilistica. Profilo che è caratterizzato dai montanti in carbonio a vista che danno l’effetto di un tetto “sospeso”, che nasce dall’incontro della linea di cintura che sale e incrocia la linea del finestrino, con una rottura di spigoli riuscita (d’accordo che non è un requisito fondamentale su questo tipo di vetture, ma la visibilità 3/4 posteriore?). In generale, sono le linee che si intrecciano, con la presa d’aria modellata sulla portiera, a rendere la 4 C un capolavoro di stile. Se proprio si vuole cercare un dettaglio non proprio originalissimo, la conformazione dei fari posteriori sembra richiamare un po’ troppo il concetto già visto sulla Ferrari 599, con l’insieme dei gruppi ottici quasi incastonati in un’ogiva: un tocco di originalità in più avrebbe distinto ancor maggiormente la 4C.
Tecnicamente, il motore sarà in posizione posteriore-centrale, come impone la fisica per andare a battagliare ambiziosamente contro un avversario che non fa sconti: si scrive Cayman, si legge Porsche. Le armi a disposizione della prima trazione posteriore del marchio del Biscione dopo decenni saranno il 4 cilindri in linea da 1750cc con turbo e tecnologia multiair, che svilupperà 260 cavalli; la trasmissione sarà affidata al cambio doppia frizione TCT che tanti ritardi ha subito nella commercializzazione sulla Giulietta. Le prestazioni, beh, se manterranno le promesse ci sarà da ricredersi sull’equazione 4 C metà 8 C. Perché 4.5 secondi per coprire lo zero-cento e un assetto studiato intorno a un telaio in fibra di carbonio promettono forti emozioni. Infine, un peso piuma, quel che serve per avere nel Dna l’agilità da pista che non può mancare in un progetto come la 4 C.
Il prezzo dovrebbe essere sotto la barriera psicologica dei 50 mila euro: tanti ma comunque in linea con quanto offerto dalle parti di Stoccarda, sponda Porsche per la Cayman.
Fabiano Polimeni