Diamante. VII concerto per Lilli: questa volta tocca a Roberto Vecchioni

Diamante (Cosenza). Questa volta è toccato al professore cantare per Lilli. Il “prof” è Roberto Vecchioni, cantautore milanese classe ’43. Lilli è Lilli Funaro, ventinovenne studentessa in medicina volata in cielo sette anni fa per un tumore cerebrale. Chi l’ha amata ha costituito una fondazione che porta il suo nome, i cui principali obiettivi sono quelli di aiutare i malati di cancro e sostenere la ricerca oncologica, anche attraverso l’organizzazione dell’ormai tradizionale concerto estivo. Quello del 16 agosto è stato infatti il settimo appuntamento con la musica e la solidarietà, una serata che come l’estate ha sempre un sapore diverso, animata di ricordi e di speranze. Si farebbe però un torto alla storia della serata se si parlasse al passato: chi ha animato la splendida cornice dei Ruderi di Cirella non era chi ha amato Lilli, ma chi la ama ancora. L’impegno dei fratelli e dei genitori, dei tantissimi amici, la partecipazione del pubblico, l’affetto di Vecchioni. L’intero concerto è stato un racconto d’amore, che ha fatto ridere e piangere insieme, come solo l’arte riesce a fare. Il professore è arrivato con la sua valigia carica di storie, di note e di sogni, l’ha aperta, e ne ha condiviso il contenuto con il pubblico. A Cirella si è cantato dell’amore, come ad un falò sulla spiaggia, si è ciarlato di calcio, come al bar tra tifosi, si è parlato di mogli e mariti, come a cena tra vecchi amici. E poi di figli, di passioni, di ideali e poesia. Insomma si è parlato e si è cantato della vita. Vecchioni ha scaldato le mani e i cuori del pubblico con “Voglio una donna”, e prima di continuare ha ricordato Lilli, con l’affetto di uno zio. Ha alternato poi i recenti successi, tra cui il brano che ha trionfato a Sanremo “Chiamami ancora amore”, con alcune delle perle della sua carriera quarantennale: “Sogna ragazzo sogna”, “Milady”, “Samarcanda”, “Stranamore” e tante altre. Si canta per più di due ore in compagnia di una splendida luna, con parentesi ricche di suggestioni e racconti intimi, che avvicinano l’artista al pubblico, annullando ogni distanza. Succede a metà serata, quando il professore merita una commovente (e commossa) standing ovation dal pubblico in visibilio, dopo l’esecuzione della struggente “Le rose blu”. Prima della fine del concerto ad un emozionato Vecchioni sono consegnati due premi, una da parte del sindaco Magorno e l’altro da parte del rappresentante della Fondazione Lilli, Michele Funaro, quale segno di riconoscimento delle sue indiscusse qualità artistiche, culturali ed umane. Scrive, Vecchioni. Scrive canzoni. Ma come in “Luci a San Siro” non è più bravo, né più ricco. Nella sua valigia non ha portato l’amore: l’ha trovato in chi ama Lilli. Ha poi saputo indagarne abilmente le misteriose equazioni, senza di svelarne le soluzioni. Del resto l’arte non semplifica la vita, ma la rende più densa ed emozionante. Questo è il regalo che Vecchioni ha fatto e ricevuto. E questo è anche il regalo di Lilli.

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