Vibo Valentia. Facile cancellare le province, con un colpo di matita, facile ma soprattutto dannoso per cittadini e i comuni. Dannosissimo se fatto, come in questo caso, senza uno straccio di progetto e una diversa distribuzione di funzioni. Non vi è dubbio, in un momento di crisi economica come quella attuale tagliare sprechi e privilegi è necessario, ma questo non deve in alcun modo significare tagliare ai costi della democrazia. Grazie alla riforma del titolo V della Costituzione nel 2001, alle Province sono state trasferite molte competenze, funzioni e deleghe quali l’edilizia scolastica, le ex strade statali, i controlli e la vigilanza ambientale, la programmazione territoriale urbanistica, i trasporti e molte altre. In sostanza, con quella riforma, le province sono diventate enti intermedi di primaria importanza, enti in cui comunque è possibile avere un riferimento o un riscontro in un tempo ragionevole. Ecco perché ritengo che se proprio si deve tagliare, lo si dovrebbe fare su alcune competenze e funzioni delle Regioni che sono sempre più elefantiache dai costi altissimi, spesso incapaci di muoversi e operare con rapidità ed efficienza. Purtroppo però, la nostra provincia, grazie ad una illuminata politica del Governo Berlusconi, corre il serio rischio di essere completamente cancellata, facendo fare al nostro territorio un bel balzo indietro. Sono lontani i tempi in cui il determinato Senatore della Repubblica Antonino Murmura, tenacemente, si batteva per la formazione della stessa: allora si, Vibo Valentia poteva vantare di essere ben rappresentata in Parlamento da un suo figlio illustre. Oggi appaiono lontani quei tempi, tanto da non sapere minimamente cosa farà l’unico vibonese nominato al Senato della Repubblica nelle liste del PDL nel momento in cui approderà alla camera alta il decreto attraverso cui si abolirà la nostra provincia. E insieme a lui, mi chiedo: come voteranno i parlamentari calabresi del PDL? Lo chiedo da consigliere comunale della città capoluogo, lo chiedo soprattutto da cittadino vibonese. In attesa di ascoltare la voce dell’illustre senatore Bevilacqua, ritengo sia doveroso da parte di tutti accogliere l’invito del presidente della nostra Provincia a partecipare al consiglio provinciale aperto di venerdì. In questo senso mi compiaccio che il sindaco della città capoluogo abbia dato la sua adesione prendendo una posizione critica nei confronti di questo provvedimento che potrebbe farci tornare vassalli di Catanzaro.
Giovanni Russo
Partito Democratico