Il giudice Gratteri: “Ormai è difficile distinguere tra la borghesia dei salotti buoni e la ‘ndrangheta”

Reggio Calabria. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha rilasciato un’intervista a Radio Vaticana, dopo l’attentato ai danni di don Giuseppe Campisano, parroco della chiesa di San Rocco, a Gioiosa Jonica, la cui automobile è stata crivellata da colpi di fucile caricato a pallettoni. Il magistrato ha spiegato che: “In questo momento non c’è la volontà politica di abbattere le mafie: lo Stato è colpevole, sono decenni che è latitante”. E Gratteri, con una provocazione capace di rendere ancora più chiaro all’interlocutore quale sia la posta in gioco e quali le forze in campo, ha spiegato che: “Le mafie hanno dimostrato di essere più efficienti dello Stato, ad esempio quando risolvono in breve tempo un contenzioso mentre la macchina giudiziaria ci mette anche quindici anni. Occorrerebbe un sistema giudiziario più efficiente, proporzionato alla realtà criminale attuale; un sistema giudiziario talmente forte che non sia conveniente delinquere”. Ampliando l’orizzonte su un fronte più largo di quello più strettamente giudiziario e fotografando la quotidianità dal suo osservatorio di magistrato impegnato nella lotta alle cosche, il giudice Gratteri ha evidenziato che: “Purtroppo, nella Locride come in altre parti d’Italia, ci sono molti laureati, medici, ingegneri, avvocati, che sotto il tavolo hanno la pistola, che sono a servizio della ‘ndrangheta. Soprattutto in Calabria, è molto forte la commistione tra la borghesia dei salotti buoni e la ‘ndrangheta, al punto che ormai è difficile distinguerli. Sono un tutt’uno E questo è difficile dimostrarlo dal punto di vista tecnico-giuridico, perché è difficile incastrare il mandante di un delitto: questi ordinano di uccidere con un sorriso, con un gesto della mano. Occorrono leggi nuove, diverse”. In relazione all’intimidazione patita da don Campisano, Gratteri ha commentato: “Leggendo la dinamica dei fatti, ritengo che sia stato solo un avvertimento. Ma un serio avvertimento”. L’intervista è stata l’occasione per dare un giudizio anche sull’impegno della Chiesa nelle zone in cui imperversano i clan ed a questo proposito Gratteri ha sottolineato che: “A Locri c’è un vescovo che ci sta abituando a sentire parlar chiaro e forte contro la ‘ndrangheta; fortunatamente, c’e’ un risveglio di tutta la Chiesa locale”.

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