Centri per l’Impiego. Gli ex orientatori: “Sostituiti dagli attuali 66 precari, nessuno ha ascoltato la nostra protesta”

Reggio Calabria. Egregio direttore, consapevoli del fatto che questa sarà probabilmente una lettera tra le tante, vorremmo comunque dire la nostra rispetto alla complessa questione riguardante i collaboratori dei Centri per l’Impiego. Siamo un gruppo di orientatori che hanno avuto la possibilità di lavorare nel 2008 a seguito di una regolare selezione; abbiamo svolto sei mesi di lavoro serio, preciso e puntuale, che ci ha permesso di sperimentale le nostre competenze, confrontarci, crescere professionalmente ed operare a supporto di un servizio già esistente, ma carente di figure professionali idonee allo svolgimento di determinate mansioni. Poco prima del termine del contratto, siamo stati informati del fatto che non era prevista una proroga o un rinnovo, in quanto non c’era la disponibilità di fondi. Abbiamo, dunque, accettato questa situazione, poiché abbiamo ben compreso che il motivo palesato era oggettivo, e dunque a malincuore siamo tornati a fare i nostri lavori precari e malpagati ( …per i più fortunati) o i disoccupati, nella maggioranza dei casi. La nostra ‘rassegnazione’ ha assunto poi la forma di legittima protesta nel momento in cui soltanto 66 persone sono state ‘prescelte’ per continuare a lavorare, nonostante non fosse stato emanato nessun altro bando, espletata nessuna selezione e con una graduatoria ancora aperta e valida fino al dicembre 2011. Questa decisione è stata vissuta da tutti noi come una grande ingiustizia, ma nonostante i tentativi di farci sentire, la nostra voce non è stata ascoltata da nessuno, le decisioni prese dall’alto hanno fatto il loro corso e ci siamo ritrovati a vedere calpestati i nostri diritti e le nostre competenze, sentendoci umiliati e non considerati, non soltanto come persone, ma anche come professionisti. Ci teniamo a precisare che il nostro non vuole essere un attacco nei confronti dei colleghi insieme ai quali abbiamo lavorato per un breve periodo, anzi vorremmo che anche loro ci appoggiassero in questa nostra battaglia per un diritto che sia di tutti: quello di continuare a lavorare, visto che questo è un diritto che abbiamo conquistato insieme? I problemi del nostro territorio rispetto al lavoro sono ben noti, e non è opportuno neanche ricordali in questa sede. Ma ci chiediamo: visto che ci si lamenta spesso della fuga di cervelli verso il nord, che si parla tanto della situazione dei giovani, del precariato, perché privarli poi di un loro diritto, il diritto lavoro, soprattutto quando c’è la possibilità concreta e reale per dar spazio a chi con fatica cerca il suo posto nella società? Sappiamo bene che i fondi per permetterci di lavorare ancora ci sono, e considerato che la graduatoria alla quale ci riferiamo ha validità per l’anno in corso, perché non prevedere un turn over che dia adesso a chi è rimasto fuori prima la possibilità di lavorare? Sarebbe una soluzione equa per tutti, e tra l’altro è una delle cose che nel tempo ci hanno detto ‘per tenerci buoni’ ma che non ha mai avuto riscontro. Successivamente sarebbe opportuno passare a nuove selezioni, partendo tutti dallo stesso livello, e tralasciando questa pietosa situazione che si trascina da tempo!

 

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